Analisi a cura di Alessandro Pinti
Luigi Nazari era un mio prozio. Già in passato avevo sentito parlare di lui, quando mi sono state raccontate le avventure avvincenti da lui affrontate; qualche volta ho visto le sue foto e alcuni filmati nei quali già emergeva la sua personalità forte e decisa. Tutto il materiale riguardante la sua storia, compreso il suo diario di guerra che mi accingo a riportare in queste pagine con opportune annotazioni, è stato conservato dai figli di Luigi, in particolare dal più grande dei quattro, Piermario, che gentilmente mi ha messo a disposizione tutto quello che serviva per svolgere questo lavoro. Ho pensato che il suo diario fosse particolarmente interessante da rendere disponibile sul sito del Museo Didattico Digitale della mia scuola perché può essere considerato un vero e proprio documento storico. Il pluridecorato Maresciallo Pilota di caccia Nazari, infatti, ha raccontato le vicende di cui è stato protagonista in modo lucido e razionale senza mostrare una partecipazione emotiva diretta che avrebbe inevitabilmente trasformato gli eventi narrati proiettandoli in una prospettiva soggettiva, sminuendo così loro il valore e la loro validità da un punto di vista storico: il lettore che analizzerà le prossime pagine non deve aspettarsi la narrazione personale di eventi di guerra quanto piuttosto la loro sintetica trascrizione, priva di commenti o di sentimentalismo. L’autore di queste memorie descrive con precisione le operazioni militari alle quali ha partecipato e ha voluto affidare a una scrittura minuziosa, ma avvincente e interessante, la memoria delle azioni da lui svolte in un contesto storico molto complesso e articolato. Penso possa essere una preziosa occasione per i lettori quella di poter sentire, attraverso queste pagine, la voce di chi effettivamente era presente ai grandi eventi storici di cui si legge nei manuali scolastici. Nelle pagine troviamo il racconto del drammatico momento della dichiarazione di guerra nel 1940 che avrebbe cambiato le sorti e la vita di tutti, ma c’è anche il momento dell’annuncio della pace, così atteso; c’è la narrazione dell’“avventura albanese” cominciata per lui il 18 novembre del 1940, e ancora la lunga esperienza in Libia. Possiamo conoscere dalla sua narrazione le caratteristiche tecniche degli aerei pilotati, le strategie militari adottate per portare a termine una missione, le difficoltà e soprattutto i pericoli affrontati ogni giorno. Il diario è caratterizzato da una prosa scarna e lineare ma accurata, propria di chi è abituato ad agire e a guardare la realtà con un certo distacco, senza essere travolto dalla paura o dai dubbi, perché spesso per salvare la propria vita o quella dei compagni non c’è tempo per pensare. La lettura di questo diario dunque consente anche alle generazioni che non hanno conosciuto la guerra di avere un sorta di cronaca meticolosa di ciò che spesso i libri di scuola tralasciano, ma che pure è fondamentale per capire in modo chiaro e imparziale gli eventi del passato. Mi ha però particolarmente colpito quanto ha sottolineato il figlio Piermario, quando ha ricordato che il padre, pur avendo ricevuto due Medaglie d’Argento al Valor Militare e una Croce di Guerra, ha tuttavia terminato il suo diario di guerra con due parole che, se riferite a un contesto di guerra, non hanno bisogno di ulteriori spiegazioni : “umiliazioni e amarezze”.
Sono onorato di poter ricordare con questo elaborato Luigi Nazari.
Buona lettura.