Elsa Oliva, la “ragazza partigiana”, si unisce alle forze della Resistenza e con il suo reparto opera a Cusio e sulle pendici del Mottarone. A spingerla verso questo impegno civico è l’uccisione da parte di un fascista, davanti alla moglie e ad un bimbo, di un alpino ferito. Elsa partecipa a parecchie azioni rischiose, a durissimi combattimenti, rischiando anche la fucilazione. Viene arrestata per due volte prima a Bolzano e poi nell’Ossola, dal tenente delle Brigate nere Aimone Finestra ma riacquista la libertà grazie a uno scambio di prigionieri. Elsa Oliva muore a 73 anni a Domodossola dove era ricoverata per un male incurabile. Una ventina di anni fa, Elsa Oliva aveva dato alle stampe un libro di ricordi dal titolo “Ragazza partigiana”: una sorta di diario nel quale narra le vicende proprie e dei partigiani della sua formazione.
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