Fernando Torreggiani è un artigiano di origine milanese, vissuto a Gallarate. Durante la Seconda Guerra Mondiale aiuta una famiglia di ebrei, facendo in modo che non vengano deportati nei campi di concentramento tedeschi. Torreggiani nasconde nella sua casa di Marchirolo i componenti della famiglia, quattro adulti e due adolescenti, una femmina e un maschio, in modo che da lì possano fuggire in Svizzera. Qualcuno però fa la spia e, se gli aduli della famiglia riescono a nascondersi, i ragazzini durante la fuga vengono bloccati dai nazisti; arrestati e interrogati, vengono condotti in un convento di suore di Varese con l’obbligo di una attenta sorveglianza. La ragazzina ebrea, che ricorda il numero di telefono di Torreggiani, convince una suora a chiamarlo ed egli, con l’aiuto di alcuni partigiani, interviene portando via i due ragazzi dal convento per condurli a Luino dove possono ricongiungersi con il resto della famiglia. Da lì una colonna di partigiani li fa espatriare in Svizzera. Le suore del convento, per non essere accusate di complicità con i partigiani, fanno finta di chiamare aiuto anche se sanno che i fili del telefono sono stati tagliati. Per il suo atto eroico a Fernando Torreggiani viene assegnata il 5 dicembre 2001 una medaglia alla memoria dall’Istituto Israeliano per la Memoria dei Martiri e degli Eroi dell’Olocausto e gli viene riconosciuto il titolo di “Persona virtuosa tra le nazioni”. Il suo nome è inciso anche sulla Stele d’Onore nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme.
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