Luigi Locarno, nato a Samarate (Va) il 12 Aprile 1900, impiegato come portavalori alla Banca Commerciale Italiana, insieme alla moglie e alla figlia Vincenzina è riconosciuto come Partigiano combattente. Riceve un riconoscimento della Repubblica Italiana per l’intensa attività partigiana (in particolare con ruolo di staffetta e di informatore) svolta in contatto diretto con Armando Calzavara “Arca” e con Luciano Vignati, nel corso della quale ha potuto dare il proprio contributo soprattutto grazie al suo porto d’armi e alla possibilità che aveva di eludere il coprifuoco per via della sua attività lavorativa. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúNon tutti gli eroi indossano una maschera, e questo lo sa il bambino ebro che il 4 aprile del 1944 vide la luce e la speranza, salvato dall’intervento a dir poco miracoloso di una persona che fa tutt’altro mestiere: lui è Don Antonio. Durante quel fatidico giorno, la sua volontà, la quale va oltre ai pensieri religiosi e personali, decide che quei bambini ebrei caricati sul treno diretto a chi sa quale campo di concentramento devono essere salvati, senza nessuna esitazione. Ed è in questo modo che Ugo Bassano, a quel tempo uno dei bambini strappati da quel crudele destino, riesce a rincontrare il suo eroe, il quale non ha mai smesso di operare secondo i propri ideali e i propri compiti. Così fa anche quando l’esercito tedesco occupa il suo paese compiendo omicidi e barbarie, difendendo con la sua vita quella di centinaia dei suoi concittadini, tenendo testa alle minacce di morte. Non tutti gli eroi indossano una maschera, e Don Antonio Vellutini è, a tutti gli effetti, un eroe. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúFernando Torreggiani è un artigiano di origine milanese, vissuto a Gallarate. Durante la Seconda Guerra Mondiale aiuta una famiglia di ebrei, facendo in modo che non vengano deportati nei campi di concentramento tedeschi. Torreggiani nasconde nella sua casa di Marchirolo i componenti della famiglia, quattro adulti e due adolescenti, una femmina e un maschio, in modo che da lì possano fuggire in Svizzera. Qualcuno però fa la spia e, se gli aduli della famiglia riescono a nascondersi, i ragazzini durante la fuga vengono bloccati dai nazisti; arrestati e interrogati, vengono condotti in un convento di suore di Varese con l’obbligo di una attenta sorveglianza. La ragazzina ebrea, che ricorda il numero di telefono di Torreggiani, convince una suora a chiamarlo ed egli, con l’aiuto di alcuni partigiani, interviene portando via i due ragazzi dal convento per condurli a Luino dove possono ricongiungersi con il resto della famiglia. Da lì una colonna di partigiani li fa espatriare in Svizzera. Le suore del convento, per non essere accusate di complicità con i partigiani, fanno finta di chiamare aiuto anche se sanno che i fili del telefono sono stati tagliati. Per il suo atto eroico a Fernando Torreggiani viene assegnata il 5 dicembre 2001 una medaglia alla memoria dall’Istituto Israeliano per la Memoria dei Martiri e degli Eroi dell’Olocausto e gli viene riconosciuto il titolo di “Persona virtuosa tra le nazioni”. Il suo nome è inciso anche sulla Stele d’Onore nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúAntonia Sala, nata nel 1921, ostetrica di professione, partecipa alla resistenza dal I° febbraio del 1945 a Busto Arsizio. Nome di battaglia: Antonietta. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúRavazzani Giuseppe, nato a Busto Arsizio il 13 aprile del 1912, sacerdote, partecipa alla resistenza dal settembre del 1943. Attivo presso il distaccamento avieri col grado militare di aiuto-cappellano. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúGilberto Pozzi è nato a Busto Arsizio nel 1878 ed è morto a Cilvio nel 1963. È ricordato per la sua carriera da sacerdote durata ben sessant’anni a Cilvio, ma in particolar modo per le sue azioni durante la seconda guerra mondiale. Con fede e spirito di fratellanza, egli lotta contro il nazifascismo rischiando più volte la vita, subendo interrogatori e addirittura arresti. Viene chiamato lo “Schindler di Busto” perché grazie al suo impegno riesce a salvare decine di ebrei italiani dalla deportazione nei campi di concentramento nazisti conducendoli oltre il confine svizzero. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúPaolo Pirovano nasce a Busto Arsizio (VA) il 6 luglio 1928. Ha fatto parte di formazioni partigiane operanti nella zona dell’Alto Milanese, in particolare della Brigata “Raimondi” del Raggruppamento Divisioni Partigiani “Alfredo di Dio”. Ha compito diverse operazioni di guerra, tra cui il disarmo di svariati militi della Brigata Nera, e lo scontro con i militari tedeschi del Comando di Sacconago. Ha partecipato attivamente alle azioni del 25 aprile 1945. Per tutti questi motivi, nel 1974 ha ottienuto il riconoscimento di “Partigiano Combattente” dal vice-comandante Alfonso Armiraglio. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúClasse 1925 , partecipa alla resistenza italiana durante la seconda guerra mondiale contro le forze nazifasciste . È un partigiano del Comando Divisioni Patrioti “Valdossola”e “Valtoce” , assume il ruolo di caposquadra. Partecipa a numerose sparatorie a Domodossola, S.Maria e Malesco. Riesce sempre a salvarsi e perde molti compagni; dopo la guerra decide di stendere le memorie della sua vita da partigiano nell’Ossola. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúRino Pachetti incarna i più alti e valorosi caratteri dell’uomo partigiano, che comprendono non solo la difesa della propria patria e la lotta per la libertà, ma anche spirito di sacrificio, sofferenza e aiuto verso il prossimo, anche in situazioni di morte. Prima di entrare a far parte del movimento partigiano, lavora nell’ambito delle ferrovie come operaio meccanico, sia quando è chiamato per il servizio della leva militare e sia come lavoro quotidiano negli anni antecedenti la guerra. La sua vita da partigiano inizia l’8 settembre del 1943, e da quel momento opera in difesa del popolo italiano dalle grinfie nazifasciste nel basso Varesotto e, successivamente, come comandante nel primo settore operativo del lago Maggiore e d’Orta. Durante questa esperienza viene numerose volte ferito, arrestato e condannato a morte, ma grazie alla sua caparbietà, alla sua voglia di non soccombere e di portare a termine il proprio compito, riesce a salvarsi e a salvare molte vite con azioni eroiche che, a fine conflitto, vengono riconosciute con numerosi attestati e onorificenze. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúElsa Oliva, la “ragazza partigiana”, si unisce alle forze della Resistenza e con il suo reparto opera a Cusio e sulle pendici del Mottarone. A spingerla verso questo impegno civico è l’uccisione da parte di un fascista, davanti alla moglie e ad un bimbo, di un alpino ferito. Elsa partecipa a parecchie azioni rischiose, a durissimi combattimenti, rischiando anche la fucilazione. Viene arrestata per due volte prima a Bolzano e poi nell’Ossola, dal tenente delle Brigate nere Aimone Finestra ma riacquista la libertà grazie a uno scambio di prigionieri. Elsa Oliva muore a 73 anni a Domodossola dove era ricoverata per un male incurabile. Una ventina di anni fa, Elsa Oliva aveva dato alle stampe un libro di ricordi dal titolo “Ragazza partigiana”: una sorta di diario nel quale narra le vicende proprie e dei partigiani della sua formazione. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúBruno Meraviglia ha occupato la posizione di Ufficiale dell’Esercito con il grado di Tenente. Nel 1944 assume Il comando della Brigata Carroccio che operava nella zona di Legnano, Cerro Maggiore e organizza i diversi gruppi nella clandestinità. Trasporta e mette in salvo un partigiano ferito durante un rastrellamento ed inoltre fa espatriare due cittadini americani ricercati dai tedeschi. Il 25 aprile dirige le operazioni militari svoltesi nel legnanese e nei paesi confinanti, sulla strada del Sempione e alla caserma dei presidi tedeschi in cui sono stati registrati numerosi caduti. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúUgo Maspero “SMITH”, giovane sommese, nato a Colico (SO) il 13 marzo 1926, entrò in giovane età nelle file della resistenza. Nel 1944, spinto da una forte ribellione nei confronti delle imposizioni sopportate e da un rifiuto verso il fascismo e allo stesso tempo rifiuto di compiacere un alleato che si era dimostrato padrone crudele, combattè la guerra partigiana nell’Ossola con la Divisione Valtoce, di Alfredo Di Dio. Lasciò la sua famiglia per immergersi completamente in un’avventura rischiosa di cui non conosceva il disagio. Morì coraggiosamente l’8 settembre del 1944 nell’assalto al presidio nazifascista di Piedimulera. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúAll’interno dei documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio, troviamo una lettera scritta in occasione dell’inaugurazione del cippo a Cunardo in memoria del martire della libertà Mandelli Dante, datata 30 giugno 1946. In primo luogo troviamo un ringraziamento da parte dell’interprete dei sentimenti della famiglia Mandelli a colo che partecipò alla cerimonia, è un ricordo al grande uomo che era Dante Mandelli. Dante nella vita privata era modesto, giovanile, studioso mentre nella vita pubblica mostrava un’istancabile e prudente capacità organizzativa che lo rendevano prezioso al comitato clandestino di liberazione operante nella Valcuvia, Valganna e Valmarontrolo. Fin da piccolo si è distinto per mente brillante, grande cuore e inestimabile coraggio. Come si vede nel salvataggio del compagno del fiume. Da tenere conto è sicuramente il fatto che finita la guerra ritorna agli studi e si laurea in scienze commerciali, si dà alla libera professione e si distingue come giornalista, inoltre approfondisce studi sociali concentrando le sue conoscenze per la rivendicazione dei diritti degli umili. Dante Mandelli sognava un’Italia libera democratica e unità nella lotta contro il fascismo. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúDon Lino Luraschi è stato importante durante gli anni della Resistenza perché sapeva dispensare consigli ai soldati e manteneva i rapporti con le loro famiglie oltre che rincuorare e difendere gli sbandati. Don Lino esercitava il suo ministero a Marnate, in quel periodo, e scelse di seguire la strada della morale cristiana sempre al fianco dei partigiani a combattere contro la tirannia dell’occupante nazista. Non si risparmiava mai, percorreva kilometri e kilometri in bicicletta per reperire un po’ di riso e farina per sfamare gli sbandati. Don Lino, sacerdote buono e pio, uomo di carattere e valoroso, muore la sera del Natale 1980 a causa di un incidente automobilistico. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúDomenico Lorini nasce a Varese il 24 dicembre 1920. È noto per il suo arruolamento all’interno della Marina italiana con il grado di “allievo accademia navale”, e successivamente per la sua appartenenza alla brigata dei “Lupi” nella Divisione Alto Milanese. Il suo compito all’interno della Divisione è quello di sabotare le linee elettriche, quindi compie attività clandestine. Ha partecipato anche a diverse operazioni contro i tedeschi, in particolare a quelle di disarmo contro le brigate nere. Muore il 25 aprile 1945 durante l’insurrezione tedesca. Consulta i documenti presenti presso l’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúAldo Icardi, tenente dell’OSS (organismo antenato della Cia), nel contesto della Resistenza ha partecipato alla missione Chrysler, il cui comando era affidato al maggiore Holohan. Questi viene ucciso in circostanze rimaste oscure il 6 dicembre 1944 e buttato sul fondo del lago d’Orta. Per anni Icardi è stato il principale sospettato del delitto, accusato di averlo assassinato per impadronirsi di un’ingente somma di denaro. Il corpo di Holohan viene recuperato nel 1950. Secondo molti ex partigiani, dietro l’uccisione del maggiore c’è la mano dei fascisti. Da questa convinzione nasce l’impegno per riabilitare la figura di Icardi. Cittadino onorario di Busto, Icardi, attende giustizia da decenni. Consulta i documenti presenti presso l’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúDon Ambrogio Gianotti, classe 1901, ha avuto un ruolo di primo piano nell’organizzazione della Resistenza nell’Alto Milanese. Innanzitutto è a lui che si deve la formazione spirituale e politica di molti giovani vicini ad Azione Cattolica che frequentavano il suo oratorio; inoltre è stato uno stretto collaboratore di Luciano Vignati e si è impegnato notevolmente per organizzare la fuga oltre il confine svizzero di vari militari alleati fatti prigionieri dai nazifascisti. Consulta i documenti presenti presso l’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúDon Mario Ghiringhelli è stato coadiutore a Cerro Maggiore dal 1928 al 1946. Classe 1903, è parroco di Pontevecchio di Magenta ed é stato animatore del gruppo partigiano Cerrese. Intorno a Don Mario sorsero formazioni di Volontari della Liberazione, che erano costituite nella loro maggior parte da giovani iscritti all’oratorio o ad Azione Cattolica. Essi erano associati alla Brigata Carroccio della Divisione Alto Milanese, Raggruppamento Patriori Antonio e Alfredo di Dio. Anche Don Mario aveva la sua tessera di iscrizione a tale raggruppamento e ospitava presso la sua casa le riunioni dei partigiani, oltre a nascondere diversi perseguitati politici. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúGiovanni Gasparoli, nato a Cassano Magnano il 6 gennaio del 1897, è stato un sindacalista e deputato al parlamento della D.C. Ha aderito in giovane età al P.P.I. ed è stato particolarmente attivo durante la Resistenza. Nella foto contenuta all’interno dell’articolo conservato presso l’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio, è possibile vedere Giovanni Gasparoli assieme ai membri del gruppo dei “resistenti” a cui apparteneva, in occasione di un ritiro spirituale tenutosi al santuario della Madonna di Oropa. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúAntonio Galli nasce a Locate Varesino il 17 novembre 1924 e milita come partigiano presso la Brigata Berra della Divisione Alto Milanese, attiva dal 1943 al 1945 nei pressi di Tradate. Il suo contributo è stato fondamentale nelle operazioni di sabotaggio delle linee elettriche e telefoniche, e ha inoltrate preso parte agli scontri con reparti nazifascisti durante l’insurrezione dell’aprile del ’45. Antonio Galli, detto anche “Giordano” (suo nome di battaglia), ottiene dall’ex comandante della Divisione Alfredo di Dio il riconoscimento di partigiano combattente. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúRodolfo Gallazzi, nato a Busto Arsizio il 29.10.1915, di professione impiegato presso la Banca “Credito Varesino”, ha ricoperto il ruolo di Caporale Maggiore Alpinismo ad Aosta e, negli anni della Resistenza, ha militato come partigiano nella Brigata Raimondi. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúLindo Gallazzi, classe 1917, è stato un alpino e un partigiano attivo presso il raggruppamento Alfredo Di Dio, nel quale ha militato con il soprannome di King Kong. In particolare è stato promotore e parte attiva dell’Ufficio falsi, dove si producevano documenti con timbri falsi per salvare vite umane. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúGalimberti nasce a Lazzate il 19 gennaio 1886; il 5 giugno 1909 viene consacrato sacerdote a Milano. Dopo anni di impegno in Azione Cattolica a Dugnano, nel maggio del ’42 diviene Prevosto di San Giovanni a Busto Arsizio. Galimberti si oppone alla dittatura fascista e diventa una figura molto importante per la costruzione del Comitato di liberazione cittadino. Partecipa dunque alla Resistenza, nasconde nella sua casa numerosi partigiani ricercati e ne favorisce l’espatrio in Svizzera . Durante i gironi dell’insurrezione, grazie alla sua autorità morale riesce ad ottenere la liberazione dei Partigiani ancora detenuti dai fascisti e ad impedire atti di violenza e giustizia sommaria. Viene nominato cittadino benemerito di Busto e muore il 18 dicembre 1966. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúCarlo “Carlon” Gaboardi è nato a Castelnuovo Bocca d’Adda l’11 marzo 1920. Viene chiamato alle armi il 13 gennaio 1941 e inviato al 66^ Reggimento fanteria motorizzato. Dopo la prima fase degli eventi bellici si è dato sbandato dal 29 settembre del ’43. Nei due anni seguenti fa parte della formazione Partigiana 1^ Brigata Oltrepo-Divisione Valdarda con la qualifica di Comandante di distaccamento e successivamente di Comandante di Brigata. Organizza squadre patriottiche, salva dai campi di concentramento molti ufficiali francesi, inglesi, sovietici e polacchi, combatte contro le forze nazifasciste nella zona di Morfasso. Dopo la guerra partecipa alla vita pubblica con la costruzione di monumenti ai Caduti della Resistenza. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúAntonio Formenti, nato a Busto Arsizio, di professione industriale, partecipa alla Resistenza dall’ottobre ’43 con incarichi civili e nella Divisione Valtoce con il nome di battaglia di Tonio. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúEzio Crespi non è un partigiano qualunque. In realtà, nessun partigiano è da considerarsi “qualunque”, ma la sua storia ha qualcosa che colpisce profondamente e che fa capire come le gesta nobili di un singolo individuo possano riecheggiare attraverso i decenni. Prima di entrare nella Resistenza, Ezio è un ragazzo come tanti altri: nasce in una famiglia piuttosto numerosa, dove la religione è messa al primo posto dalla madre, molto attiva su questo lato, che indirizza il figlio a frequentare l’oratorio e la chiesa della sua città natale, Busto Arsizio. Don Giovanni, il prete che lo vede crescere, è una figura molto importante all’interno della vita di Ezio, soprattutto per quanto riguarda la sua scelta di entrare a far parte della Resistenza: il prete cerca di dissuaderlo da questa decisione, molto pericolosa sia per lui che per la sua famiglia, ma le motivazioni di Ezio sono troppo forti e nel 1943 inizia la sua vita da partigiano. Vita che da questo momento si trasforma in una vera e propria sofferenza per l’ormai soprannominato “Cinella” (nomignolo di guerra datogli in ricordo di suo fratello maggiore scomparso), il quale combatte sulle montagne di Verbania nella brigata Cesare Battisti per liberare la zona dal dominio nazifascista. La guerra lo sconvolge profondamente, sia mentalmente che fisicamente, ma le sue motivazioni e i suoi ideali non vengono mai scalfiti e non esita a ritornare a combattere insieme ai suoi compagni. Ed è proprio combattendo che perde la propria vita, il 21 aprile del 1945, lottando per la liberazione della città di Intra, non cedendo di un minimo neanche quando viene gravemente ferito. Tutte le sue azioni e le sue imprese colpiscono profondamente gli animi dei suoi concittadini, che omaggiano Ezio con un toccante funerale e l’intitolazione di una scuola elementare proprio a lui. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúLuigi Fantoni, nato a Busto Arsizio il 27 marzo 1903, di professione impiegato tessile, partecipa alla Resistenza dall’ottobre del ’43 al gennaio del ’45 con incarichi civili presso il Comando Generale del SIMNI. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúDon Mario Belloli, classe 1897, parroco della Chiesa S. Michele di Busto Arsizio, dall’ottobre del 1943 risulta attivo nel RAGGRUPPAMENTO DIVISIONI PATRIOTI CISALPINO nel reparto operante di comando. Egli trascorre la sua vita tra i giovani, per i quali è stato un modello e un punto di riferimento; ha saputo affrontare con coraggio e determinazione il difficile periodo della Resistenza e della Liberazione. Non dimentica mai i suoi doveri di sacerdote e di cittadino in un momento storico in cui avverte chiaramente il peso delle responsabilità e la consapevolezza delle conseguenze che ogni decisione poteva avere per sé e per gli altri. Lo scambio epistolare tra il patriota benemerito don Mario Belloli e i soldati e detenuti presente nell’archivio dell’Associazione “Alfredo Di Dio” ci fa capire quanto importante fosse l’aiuto che egli offrì all’attività dei partigiani nel momento in cui i rastrellamenti dei nazifascisti erano diventati sempre più frequenti anche a causa delle denunce dei “repubblichini” nel luglio del 1944. Egli ha rischiato la sua vita senza farsi scrupoli, nonostante la sua attività fosse già da tempo nota alle autorità fasciste. Don Mario aveva organizzato il “covo di via Calatafimi”; lì lui abitava con la perpetua, signora Rosa, che rappresentava un prezioso aiuto per le sue attività di sostegno ai partigiani. In quel “covo” si era insediato anche “l’ufficio dei falsi” , dove venivano prodotte decine di documenti falsi che erano utilizzati dai partigiani per muoversi nelle città senza destare sospetti. Nulla riuscì a fermare la convinta opposizione di don Mario al fascismo, nemmeno quando il Segretario Politico Mazzeranghi lo minacciò apertamente nel giugno del 1944 e nemmeno quando i brigatisti neri imbrattarono i muri delle chiese scrivendo frasi offensive e minacciose contro il parroco partigiano. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúDon Giovanni Bolgeri, proveniente dall’Alto Lario, è stato a capo della parrocchia di Saltrio per oltre quarant’anni ed ha operato durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. È stato incarcerato per aver aiutato gli ebrei e alcuni giovani a nascondersi dai fascisti. Alleatosi con altri parroci dei paesi vicini, nel 1945 è stato protagonista nella trattativa di resa. Dopo la guerra il suo obiettivo è stato quello della ricostruzione nel bene della comunità. Consulta i documenti presenti nell’Archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúPietro Di Cristina nasce e vive nella Palermo degli anni ’20 come un ragazzo qualunque, ma allo scoppio della guerra non ha esitazioni e aderisce al movimento dei partigiani per la liberazione dell’Italia dal potere nazi-fascista. La sua è una storia particolare, poiché si mette a disposizione per il movimento completamente dall’altro capo della penisola, più specificatamente nella valle Strona, in Piemonte, dove con la divisione Valtoce, sotto il comando di Alfredo Di Dio, riesce ad impossessarsi della zona cacciando il nemico. Questo suo tratto fa capire come molti uomini e donne italiani sono molto legati non solo al loro luogo d’origine, ma vogliono difendere con le proprie azioni anche parti di realtà molto lontane dalle loro, con l’unico scopo di difendere la propria patria. Azioni, quelle di Pietro Di Cristina, che vengono premiate con innumerevoli attestati e onorificenze, sottolineando l’impegno, l’anima, il cuore e la determinazione nel seguire e nel fare la cosa giusta. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúGiuseppina Della Bianca è stata la proprietaria di un negozio di abbigliamento, dietro la basilica di San Giovanni a Busto Arsizio, che era diventato, durante la resistenza, un punto di riferimento degli informatori, delle staffette e di tutti quei giovani che volevano raggiungere le “bande” partigiane. Dietro agli scaffali teneva nascosti fucili, pistole e mitragliette depositati dai partigiani della Raimondi, brigata azzurra comandata da suo figlio maggiore, Emanuele Consonni, soprannominato Lele. Giuseppina opera anche come staffetta, tenendo costanti contatti con le formazioni azzurre operanti a Busto, Milano, sul Mottarone, nel Verbano e nell’Ossola. Per il suo patriottismo e la sua attività resistenziale, Giuseppina Della Bianca, nel 1984, è stata nominata Cavaliere della Repubblica. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúDel Ponte Fausto nasce a Piave Vergonte nel 1924. Per motivi familiari si trasferisce, in età adolescenziale, in India. Nel 1936 rientra in Patria. Nel novembre del 1943 riceve una cartolina rosa della R.S.I (Repubblica Sociale Italiana) ma non si presenta e nel luglio dell’anno successivo entra nella formazione partigiana “Valtoce” guidata da Alfredo Di Dio, conosciuto come Marco e fa parte della compagnia del “Cap. Ugo”. A questo valoroso partigiano è stata riconosciuta la medaglia d’argento al valor militare per la segnalazione all’entusiasta adesione alla causa e il suo estremo coraggio dimostrato più volte in combattimento. Si era distinto nello scontro di Migiandone sostenuto con pochi compagni in difesa, contro preponderanti nemici. In questo combattimento si ferì gravemente alla gamba destra, in condizioni ormai disperate scriveva con il sangue su una roccia “W l’Italia”. Dopo le giuste cure presso il Kreisspital (ospedale) di Briga, in Svizzera e successivamente ricoverato all’ospedale Putti di Bologna, Fausto continuò a combattere con fierezza. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúDe Simoni Giulio Orazio è stato uno studente universitario originario di Milano che, a soli 19 anni, ha scelto di unirsi alle brigate partigiane attive nell’Alto Novarese. Viene tuttavia catturato dai militari della G.N.R. sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele, i quali, dopo averlo vanamente interrogato, lo scaricano a bordo strada e lo uccidono, sottraendogli i beni che avrebbe dovuto donare alla Formazione partigiana. Negli anni successivi, a seguito di numerosi processi, emerge che i militari avrebbero ricevuto denaro per commettere l’omicidio, e vengono quindi condannati per i reati commessi dalla Corte di Assise di Novara. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúAntonio De Bortoli, soprannominato “Il Barba” per la sua folta barba, è un patriota cattolico molto noto a Varese. Nasce nel Veneto, ma da giovane si trasferisce a Varese; lì lavora prima come riparatore di sedie, poi come restauratore di mobili e infine apre un mobilificio. Contrario alla dittatura, durante il periodo della Resistenza lotta con coraggio contro i nazifascisti, responsabili anche della morte di quattro membri della sua famiglia. Di quel periodo egli ha lasciato un diario che è stato pubblicato, che racconta i fatti avvenuti dal luglio del 1943 quando sembra che la seconda guerra mondiale sia finita, ma con grande delusione di tutti il presidente del governo Badoglio comunica che l’Italia non si ritirerà dal conflitto. Il Barba inizia così il suo grande impegno di patriota: aiuta dei prigionieri inglesi a passare il confine italo-svizzero, raccoglie armi e munizioni e le mette a disposizione dei partigiani nella zona di Varese. Entra a far parte del Comitato militare di Varese e nel suo impegno durante la Resistenza coinvolge anche commercianti, industriali e sacerdoti. Nell’ottobre del 1943 viene arrestato dai nazifascisti e dopo lunghi interrogatori imprigionato prima a Como e poi a Milano nel carcere di San Vittore; superato il periodo più duro, qui riceve l’incarico di distribuire pacchi ai detenuti e questo gli permette di aiutarli trasmettendo i messaggi che loro gli affidano e diffondendo le notizie che filtrano dall’esterno. Nel carcere De Bortoli viene più volte torturato e chiuso nella cella di rigore, ma mai si piega a rivelare le informazioni segrete che gli vengono richieste. In quei terribili momenti la Fede è l’unico suo aiuto. Un giorno con altri prigionieri viene trasferito nel campo dì concentramento di Fossoli in provincia di Modena, dove assiste all’uccisione di settanta partigiani e successivamente viene destinato a un campo di lavoro in Germania, ma durante il viaggio riesce a fuggire e a rientrare in Lombardia. Unitosi ai partigiani dell’Ossola, continua la sua lotta contro i nazifascisti e infine si rifugia in Svizzera per poi fare ritorno in Italia a giugno del 1945. Alcune persone che lo hanno conosciuto nelle loro testimonianze scritte parlano di De Bortoli come un uomo che deve essere ammirato per il suo coraggio, per l’altruismo dimostrato con i suoi compagni di prigionia e per essere stato esempio di pazienza cristiana anche nelle situazioni più difficili. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúAngelino De Bernardi, nato a Busto Arsizio il 2 marzo 1926, ha partecipato alla Resistenza nella 102^ Brigata SAP dal luglio del ’44 al 25 aprile del ’45. Il Ministero dell’Assistenza post bellica gli ha riconosciuto nel ’47 la qualifica di patriota. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúNato e vissuto a Torino, Giuseppe Costanza di Castigliole è un sottotenente dell’Accademia militare ed è anche il fondatore della brigata partigiana che porta il suo stesso nome, attiva in Valle Olona. Nell’anno 1944 tiene contatti con il Novarese, coordina azioni di sabotaggio nei confronti delle truppe tedesche, partecipa alla produzione di documenti falsi per i partigiani e rifornisce armi per chi organizza la resistenza sui monti. Incarcerato a Novare e poi liberato, si unisce alla brigata Albergian in Val Chisone, nella provincia di Cuneo. Il 24/11/1944 viene gravemente ferito e poco dopo a causa di una cancrena alla gamba muore. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúAlessandro Colombo, nome di battaglia “Sandren”, nasce a Busto Arsizio da una modesta famiglia di operai-agricoltori e cresce all’oratorio S. Filippo; presta servizio militare e si sposa poi con Pierina Gallazzi dalla quale ha avuto dei figli, uno dei quali, di nome Marco, è diventato sacerdote. Negli anni della resistenza diventa comandante di brigata e guida numerose azioni di guerra ed atti di sabotaggio di linee elettriche e telefoniche; ha più volte partecipato a disarmi di elementi della PAI e al recupero e trasporto di armi fino a dotare tutti i suoi uomini di moschetti, mitra e pistole. È stato coinvolto poi nelle azioni di disarmo del gruppo tedesco di Sacconago, di Magnago e del gruppo Faggioni di Castano Primo. Scompare all’età di 78 anni. All’interno dei documenti a lui riferiti presenti nell’archivio dell’Associazione “Alfredo Di Dio” troviamo un’interessante intervista relativa alla sua esperienza precedentemente al periodo bellico e agli anni vissuti combattendo per la resistenza. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúNato nel 1910, figlio di Emilio Colleoni, appartenente al Raggruppamento Divisioni Patrioti Cisalpino con il grado militare di Capitano di Artig.di C.A., è stato un partigiano e nello specifico il comandante della Brigata “TREVIGLIO”. Risulta attivo dall’ottobre del 1943. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúUgo Chierichetti nasce nella città di Busto Arsizio il 21 novembre del 1918, appena dopo la fine del primo conflitto mondiale; è una figura di grande importanza durante la Seconda Guerra Mondiale poiché attivo nelle file dei partigiani del nord Italia. Infatti, dopo il cambio di schieramento a favore degli Alleati, inizia la sua attività clandestina per combattere e scacciare i nazifascisti dai territori delle Prealpi. Entra a far parte dell’organizzazione SIMNI, ossia del Servizio Informazioni Militari Nord Italia, e viene incaricato di un importante ruolo strategico con l’utilizzo di apparecchi di informazioni come la radio e la ricetrasmittente. Le sue azioni, svolte nonostante una certa pericolosità e con molti rischi dal punto di vista strategico, saranno riconosciute e notate dallo Stato Italiano che gli conferirà un diploma d’onore per aver combattuto per la libertà d’Italia. Nel 1993 il così soprannominato “fazzoletto azzurro” si spegne all’età di 75 anni. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúGiovannina Chiapparelli, ricordata come Valeria dai compagni e amici dell’Associazione Partigiani, è stata una donna dalla vita semplice e ordinata, che ha combattuto per libertà e giustizia, per l’emancipazione popolare e per la democrazia. È stata una staffetta negli anni della resistenza, nonché organizzatrice di scioperi per il boicottaggio delle fabbriche che producevano componenti destinate alle armi o comunque all’industria bellica e propagandistica. Ha svolto un importante ruolo di responsabile dei gruppi per la difesa delle donne. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúCarluccio Ceriotti é stato un simbolo della Resistenza e soprattutto della città di Busto Arsizio dove ha esordito in seria A con la maglia della Pro Patria nel campionato 1947/48. Classe 1928, nel periodo della lotta partigiana è stato uno dei comandanti più giovani: a soli sedici anni era infatti a capo di una squadra che si occupava di sabotare le strutture fasciste. La storia di Ceriotti intreccia la lotta partigiana e lo sport: è stata proprio la frequentazione nel mondo calcistico a permettergli di ottenere informazioni sugli spostamenti dei fascisti in città. Ceriotti, con Ernani Ferrario e Paolo Servi, formava la “banda del Nero”, un gruppetto attivo nella lotta partigiana al punto da comportare, proprio per Ceriotti, la cattura. Un’impresa che ha caratterizzato la sua storia di partigiano è l’assalto e la conquista della stazione radio dell’Eiar di stra Cassano. Carluccio, con gli altri compagni, nel ‘45 conquistò la sede di Radio Busto e la presidiò. A guerra finita fece il suo debutto con la Pro Patria in casa del grande Torino il 21 marzo 1948. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo di Dio:
Leggi di piúPseudonimo “Generale Capri”. Attivo nella Brigata Raimondi, guida centocinquanta patrioti di Busto Arsizio in una spedizione a Milano con l’obiettivo di assediare uno stabile nei pressi di Piazzale Brescia dove erano stati imprigionati trecentocinquanta uomini delle SS. La missione si conclude con la resa dei tedeschi. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúNato a Cardano al campo il 17 ottobre del 1924, è attivo nella lotta partigiana dal I° marzo 1944 al 25 aprile 1945, ricoprendo al I° ottobre del ’44 l’incarico di capo nucleo nella Brigata Rizzato, attiva nell’area di Gallarate. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúNato nel 1914, figlio di Carlo Castiglioni, è stato un partigiano attivo nel Raggruppamento Divisioni Patrioti Cisalpino. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúNegli archivi dell’Associazione Alfredo Di Dio ritroviamo soltanto il tesserino provvisorio di Renato Castellanza, nato nel 1925 a Busto Arsizio. Attualmente non sono disponibili altre informazioni. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúNato a Nisch il 18/04/1911 da Angelo Casanova e Serafina Bartolomedi, impiegato con titolo di studio di Istituto Superiore, padre di famiglia e residente a Varallo Pombia, è stato un partigiano attivo nella divisione Beltrami dal primo gennaio ’45 al 25 aprile dello stesso anno. Riceve dopo la guerra la possibilità di fregiarsi del titolo di Patriota. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúLuca Canelli, nato nel 1912, è un importante medico al quale è stata riconosciuta la medaglia di “Giusto fra le Nazioni”, in quanto ha messo a rischio la propria vita durante l’Olocausto per salvarne altre. Uno degli episodi più rilevanti a lui collegati è quello del valoroso salvataggio di Ludovico Misrachi da una retata tedesca: Ludovico era infatti impossibilitato a fuggire da casa per problemi di salute e solo l’arrivo del dottor Canelli, che dopo averlo caricato in macchina lo portò tempestivamente in ospedale, gli permise di sopravvivere. Sono stati proprio i famigliari di Misrachi a riportare ciò che Canelli aveva fatto all’ente israeliano Yad Vashem, il quale gli assegnò il riconoscimento sopra citato. Il dottor Canelli ricordava con immenso dispiacere tutte quelle persone che aveva visto perdere la vita davanti ai suoi occhi per le atrocità dei tedeschi, rammaricandosi di non aver potuto fare qualcosa anche per loro, come quella volta con Misrachi. Luca Canelli si contraddistingueva anche per la sua umiltà, infatti dopo aver ricevuto la medaglia dichiarò che il suo gesto non era eroico o di coraggio, ma semplicemente di umanità. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúCarlo Canavesi è stato un partigiano attivo nella resistenza ed un deportato. Poche sono le documentazioni a disposizione per approfondire il suo profilo. Nato nel 1926, di lui si conservano nell’archivio dell’Associazione “Alfredo Di Dio” due documenti: una prima lettera del Ministero dell’Assistenza post-bellica nella quale si dichiara che Canavesi si era ammalato durante il periodo in cui subì le privazioni del campo di concentramento. Era invece in perfette condizioni di salute quando venne avviato alla montagna; e una seconda lettera Ministero dell’Assistenza post-bellica nella quale la famiglia di Canavesi chiede sussidi per spese di degenza e di cura anche in stazioni climatiche se necessario per Carlo che è degente presso l’ospedale di Bizzozzero. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúArmando Calzavara nasce nel 1919 a Istrana (vicino a Treviso). Egli è una figura di spicco della resistenza nel Verbano, poiché ricopre il ruolo di comandante della brigata dei partigiani “Cesare Battisti” dal 1943 al 1945. Tra i documenti a disposizione nell’archivio dell’Associazione “Alfredo Di Dio” si trova un importante scambio epistolare tra Calzavara ed un partigiano di nome Giorgio, appartenente alla brigata della Valtoce. La prima comunicazione avviene da parte di Calzavara, nella quale egli ringrazia Giorgio per i documenti che gli ha mandato e per averlo invitato presso la sua formazione, di cui questi lascia in calce le coordinate. Successivamente fa riferimento ad una proposta fatta da Giorgio, ovvero quella di aderire alla sua brigata. Arca gli spiega che aderirà ma solo moralmente, poiché gli ufficiali della sua brigata non approverebbero questa decisione a causa di differenti linee di pensiero riguardo ai partiti politici. Giorgio risponde con un tono amichevole e per nulla offeso dal rifiuto di adesione militare da parte di Calzavara, anzi appoggia la sua decisione e ne condivide a pieno le motivazioni. Infine chiude la lettera ricordandogli che nella sua brigata troverà sempre appoggio e amicizia. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Alfredo Di Dio:
Leggi di piúDon Paolo Cairoli è una figura cristiana di spicco negli anni della seconda guerra mondiale. Sacerdote dell’oratorio San Luigi di Busto Arsizio, durante la resistenza ha dato asilo a molti ebrei e combattenti, nascondendo inoltre armi presso la sede del suo oratorio. Essendo un uomo dal cuore puro offriva ristoro a tutti, senza distinzioni: politici, avversari di regime e capi di formazione partigiana. Arrestato e imprigionato, non sono più emerse notizie sul suo destino. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúNato a Milano il 29 aprile del 1922, prende parte alla creazione della prima formazione della Resistenza a Cuggiono, chiamata poi “Brigata Poldo Gasparotto”. Arrestato il 3 febbraio 1944 a Milano e detenuto nel carcere di San Vittore, viene deportato il 4 marzo 1944 nel campo di concentramento di Mauthausen e poi trasferito nel campo di Ebensee. Superstite, viene liberato dagli americani il 5/6 maggio del 1945. Consulta i materiali presenti nell’archivio Alfredo Di Dio:
Leggi di piúClasse 1925, partecipa alla lotta partigiana sui versanti del Mottarone, dopo essere stato arrestato, incarcerato a Parma ed evaso. Riceve la Croce al Merito di Guerra e il Diploma d’Onore ai Combattenti. Attualmente non sono disponibili informazioni più specifiche su questo partigiano.
Leggi di piúDon Piero Bonfanti, nato nel 1918 a Gorla Minore, è un sacerdote noto per il suo impegno nell’educazione dei ragazzi riguardo il rispetto e i diritti umani, nonostante la dittatura fascista sotto la quale ha vissuto trasmettesse valori e principi opposti.Trascorre gran parte della sua vita ad Inveruno, dove viene fondato il primo gruppo della Divisione Alto Milanese, la quale successivamente, fondendosi con dei gruppi partigiani, dà vita al Raggruppamento “Alfredo Di Dio”. Don Piero viene nominato cappellano della Brigata Gasparotto, alla quale garantisce pieno sostegno mettendo a disposizione il suo oratorio come sede per riunioni e nascondiglio delle armi. Don Piero Bonfanti viene ricordato come un uomo estremamente deciso e con grandi capacità: riesce in svariate occasioni a placare la ferocia tedesca, come quando ottiene che la sentenza di morte per tre giovani di Borsano venga commutata con la deportazione in Germania, salvandogli la vita. Per tutte queste ragioni egli ha ottenuto la medaglia d’oro dal Comune di Inveruno per benemerenze civiche. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúGiuseppe Bollini nasce il 22 marzo 1922 a Legnano; da giovane trascorre la maggior parte del suo tempo libero presso l’oratorio di Sant’Ambrogio svolgendo attività di catechista e animatore dei ragazzi più giovani. A 14 anni inizia a lavorare come apprendista operaio, nel ‘43 si avvicina alla lotta partigiana. Entra così a far parte della brigata Carroccio e riceve l’incarico di staffetta tra Legnano e Cuggiono per consegnare documenti, portare messaggi e materiale di vario tipo. La sua avventura nella lotta partigiana è molto breve perché nel ‘44 riceve la cartolina di arruolamento del comando militare istituito dalla Repubblica di Salò. Don Carlo consiglia gli consiglia di evitare l’arruolamento recandosi in Val d’Ossola per unirsi ai partigiani della zona, dopo qualche giorno trascorso a Domodossola viene arrestato con altri compagni, scelto tra i prigionieri e trasferito a Cannobio al comando della guardia di confine fascista: qui la sorte è già decisa, la sua morte.
Leggi di piúRenato Boeri è stato un partigiano attivo nell’area del Mottarone, dove ha partecipato a numerosi scontri con le forze nazifasciste. Figlio del senatore Giovanni Battista Boeri, dopo la maturità classica è avviato agli studi di medicina presso l’Università Statale di Milano, interrotti a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. Insieme al fratello Enzo partecipa alla lotta partigiana; dal dicembre 1944 è comandante della 7ª Brigata “Paolo Stefanoni” della Divisione Valtoce, formazione attiva nell’area del VCO. Ottiene la laurea nel 1948 e cominciò a lavorare all’Ospedale psichiatrico Paolo Pini, proseguendo poi la sua carriera sanitaria. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúCesare Bettini, partigiano, tenente e presidente del Raggruppamento Divisione Patrioti “Alfredo di Dio”, nasce a Bellano di Como il 17 maggio del 1922. Egli consacra la sua vita all’Italia: in Valle Cannobia partecipa alla Resistenza Italiana durante la Seconda guerra mondiale. È un combattente valoroso, stimato e amato da tutti coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo. È inoltre uno dei protagonisti nella “battaglia di Megolo” e insieme ad Alfredo di Dio dà vita al “Gruppo patrioti Ossola”. Partecipa a numerose azioni per la liberazione. Costretto ad espatriare, riesce nell’aprile del ’45 a tornare come clandestino in Italia e a riprendere il suo posto nella divisione “Valtoce” fino all’insurrezione vittoriosa . Dopo la guerra ritorna alla sua Cassano dove si dà alla vita politica e amministrativa. Durante la guerra scrive molte lettere che vengono pubblicate da un amico in un libro intitolato “Memorie di un partigiano”. Muore il 29 ottobre 1994. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúBiagio Belloni, nato ad Inveruno il 25 luglio del 1915, è stato un partigiano della resistenza italiana. Ha ricoperto l’incarico di comandante nella brigata Gasparotti riportando, tra l’altro, una ferita da arma da fuoco alla spalla destra causatagli da uno scontro con i tedeschi ad Inveruno il 25 aprile del 1945. Attualmente non sono disponibili altre informazioni inerenti questo patriota. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúUgolino Barciocco nasce a Novara nel 1930, risiede a Gozzano (NO) e lavora presso l’esattoria delle imposte dirette. Egli è figlio di un noto avvocato antifascista, partecipa giovanissimo alla lotta di liberazione collaborando in qualità di staffetta e informatore con il SIMNI ( Servizio Informazioni formazioni Militari Nord Italia) comandato da “Giorgio” Aminta Migliari; è attivo anche nella brigata partigiana Franco Abrami della divisione autonoma VAL TOCE comandata da “ Tom Mix”(Giulio Lavarini) che opera nella zona del massiccio del Mottarone. Ugolino è anche un poeta in lingua italiana e in dialetto e partecipa a diversi concorsi di poesia. Compone un’intera raccolta di liriche sulla resistenza ricoprendo così un importante ruolo di “poeta” nella lotta di liberazione. Secondo il giornalista Carlo Panizza, i giovani e le generazioni future dovranno essergli grati per ciò che il poeta ha fatto: “ogni suo verso, costantemente venato da una leggera malinconia, oltre a significare il ricordo di coloro che caddero per la difesa della libertà, vuole essere un invito, diretto soprattutto ai giovani, a lavorare sempre solo per la pace e per la giustizia”. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúNato a Sacconago il 22 dicembre 1909 da una famiglia operaia; fin da giovane lavora come operaio nelle officine meccaniche della zona; unisce alla vocazione per l’impegno sindacale e per la lotta in difesa dei lavoratori l’interesse per Azione Cattolica. Dal 1943 partecipa alle riunioni clandestine dalle quali nasceranno le prime formazioni partigiane cattoliche. Nel 1944 assume ruoli direttivi all’interno delle formazioni partigiane cattoliche inquadrate nel Raggruppamento “Alfredo Di Dio”, come Comandante della Brigata “Raimondi”, operante a Busto Arsizio con il nome di battaglia di “Timonpier”. La Brigata svolge prevalentemente azioni di sabotaggio e disarmo dei miliziani fascisti, anche se non mancarono gli scontri armati. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúAlfonso Armiraglio, nato il 9.06.1914 a Busto Arsizio (VA) , sposato e buon padre di famiglia, è un partigiano attivo nella Resistenza italiana negli anni successivi all’armistizio del ’43. Proprio a partire dal 1943 egli simpatizza per il Partito Democratico senza tuttavia tesserarsi mai. Tra l’ottobre e il novembre dello stesso anno, dopo un significativo incontro con l’esponente comunista Michele Riganti, inizia il suo impiego al Comitato di Liberazione Nazionale dei partigiani italiani, al fine di far cessare la guerra mettendo da parte ogni questione di ideale politico. In seguito al suo giuramento, si prende carico di sei uomini armati con venti moschetti per guidarli nei vari attacchi. Nel 1944 viene a contatto con un’altra importante figura comunista, Cesare Carnaghi, suo vecchio collega di lavoro presso la ditta Comerio. Prende parte a numerose spedizioni: ricordiamo in particolare quella del 1945 nelle boscaglie tra Fagnano Olona e Busto Arsizio dove vengono sequestrati tre maiali. Arrestato il 16 aprile 1945, interrogato e torturato dalla Brigata Nera (unità militare della Repubblica Sociale Italiana per combattere l’attività delle forze partigiane) non rivela ciò di cui è a conoscenza. Il patriota bustese sa rispondere in maniera impeccabile, estremamente precisa da non risultare bugiardo ma allo stesso tempo sufficientemente ambigua da non rischiare il carcere o la morte. La sera del 24 dello stesso mese la sua tattica funziona: ottiene la libertà assieme ad altri quattro dei suoi uomini, firmando un documento che riporta il suo impegno nel non riprendere attività contro la Repubblica Sociale Italiana. Interessante la lettura del verbale che permette di conoscere meglio la sua attività. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúGiuseppe Albeni è nato il 10 novembre 1913 a Busto Arsizio. Ordinato sacerdote a Milano nel 1938, viene mandato a Cuggiono dove rimane diciassette anni con il compito di educare i giovani ai quali trasmette il dovere morale di opporsi alle ingiustizie della dittatura fascista. Incomincia la sua azione partigiana nel 1942, entra in contatto con diversi gruppi clandestini di estrazioni ideologiche differenti. All’interno dei locali degli oratori organizza gruppi giovanili clandestini. Durante la resistenza si è distinto per vari episodi nei quali ha dato prova del proprio coraggio. Protegge partigiani di alto spicco e molto ricercati dalle forze naziste, favorisce la nascita del nucleo partigiano di Pian Cavallone e il 7 aprile 1944 viene arrestato, ma poco dopo rilasciato. Salva sei partigiani della brigata “Gasparotto” condannati alla fucilazione e libera Albizzate dai nemici. Muore il 20 settembre 1961 dopo una lunga carriera religiosa. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúLa storia di Franco Abrami rispecchia le virtù ed il coraggio che contraddistinguono i partigiani. Nel mese di marzo del 1944 assume il comando di un piccolo gruppo di Alpini a Vercelli e fin da subito si distingue per le sue qualità. Con loro fugge in Valsesia dove si unisce ai gruppi partigiani di Moscatelli. Insieme a Giulio Lavarini, Vincenzo Baroni ed altri costituisce un gruppo autonomo col motto “O morte o vittoria”, con il quale compie azioni di disarmo delle guardie preposte alla vigilanza delle linee ferroviarie. Tra le varie azioni militari si ricorda il disarmo di trenta carabinieri e sei uomini della Flak. Il gruppo Di Dio sulle montagne sopra Ornavasso viene da lui rifornito di armi, uomini e vestiario. Il 20 giugno 1944 parte con cinque compagni per disarmare la milizia fascista della stazione di Baveno: durante la spedizione contro i nazifascisti viene ucciso da un prigioniero, con una piccola pistola che questi era riuscito a nascondere. Consulta i documenti dell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Leggi di piúDagli scritti di Mario Pigatto: “8 settembre 1943. La liberazione di Mussolini e la costituzione della RSI nel settembre ’43 portò al primo pensiero di resistenza attiva negli ambienti sociali e culturali bustesi. A Busto Arsizio non esisteva un movimento laico organizzato così solidamente quanto quello cattolico. L’unione di questi due movimenti portò alla costituzione del Comitato di Liberazione Nazionale come unità operativa stabile a partire dall’ottobre 1943, in grado di affrontare i primi difficili problemi inerenti alla lotta clandestina. Le diverse modalità di adesione alla resistenza da parte del clero locale e i contatti della realtà cattolica clandestina nell’Alto milanese con i gruppi partigiani delle Prealpi varesine fecero emergere Busto Arsizio come centro catalizzatore del movimento clandestino. I componenti del comitato di liberazione nazionale bustese furono: l’avvocato Enrico Tosi e Luciano Vignati per la Democrazia Cristiana, l’avvocato Cosimo Orrù per il Partito d’azione, Giannino Facchinetti per il PRI, Bruno belloni per il PLI, Paolo Pellegatta per il PSI, Roberto Cullin per il PCI. Alle riunioni intervennero anche il dottor Bovienzo Raffaele e l’avvocato Camillo Tosi e Don Ambrogio Gianotti”. “Inizia la resistenza bustese con copertura e appoggio di carabinieri che non aderiscono alla RSI, spalleggiati dal maresciallo Mazzolari che si mette a disposizione del comando partigiano. Molti di essi, sbandati, vengono avviati in montagna con il capitano Beltrami e il comandante Alfredo di Dio nella zona di Omegna”. NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Divisa dei partigiani azzurri in versione estiva.
Scopri di piúBusto Arsizio è sede del 102° brigata Garibaldina chiamata “Maurizio Macciantelli” e di tre brigate azzurre (ossia di ispirazione cattolica), la “Giani”, la “Lupi” e la “Raimondi”. È inoltre sede di un Comando Raggruppamento di Divisione, la “Alfredo Di Dio”. Le prime brigate nascono all’interno delle fabbriche. I gruppi interni alle fabbriche tessili bustesi sono in stretto contatto con il CLN e con le formazioni partigiane; forniscono vestiario, scarpe, coperte, lenzuola sia ai giovani renitenti alla leva nascosti presso famiglie bustocche, sia ai partigiani operanti in montagna. Oltre alla ricerca dei finanziamenti, gli operai degli stabilimenti protetti rallentavano la produzione e compivano veri e propri atti di sabotaggio della costruzione di materiale bellico, in modo che divenisse inutilizzabile per i tedeschi. Dagli scritti di Mario Pigatto. Novembre 1943: “I primi contatti con le formazioni di montagna vennero allacciati con i gruppi partigiani che occupavano la zona del Monte di San Martino, tra la Valcuvia e la Valtravaglia, nell’alto Varesotto. Soprattutto i patrioti gallaratesi sotto la direzione di Mario Sola organizzarono un servizio di rifornimenti destinato all’assistenza del gruppo “Cinque giornate”, ossia dei 180 uomini del colonnello Carlo Croce che, impossessatisi di un forte in Val Alta, vi rimasero con la collaborazione degli abitanti dei paesi di Duomo, Cuveglio, Rancio Valcuvia, Mesenzana e Brissago Valtravaglia, fino al 14 novembre 1943, data in cui circa 3000 uomini della Wermacht, militi della GNR, presero d’assalto le postazioni partigiane, scatenando la prima vera offensiva bellica contro i banditi. L’assedio si prolungò per cinque giorni e solo una novantina di partigiani riuscirono a riparare nella vicina Svizzera insieme con il colonnello Croce. La tragedia di San Martino fu in un certo senso pedagogica per i patrioti altomilanesi, in quelle condizioni privi di un’organizzazione militare sufficientemente funzionale, era impossibile uscire allo scoperto ed impegnarsi in lotta aperta contro gli occupanti tedeschi. Giocava in favore della prudenza anche la sempre maggiore consapevolezza dell’importanza strategica di Busto Arsizio nell’economia della resistenza, ove si stava organizzando una centrale di rifornimenti per le formazioni di montagna”. NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Giacca invernale utilizzata dai partigiani durante la Resistenza.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943TIPOLOGIA REPERTO Copia di avvisoDESCRIZIONE REPERTO Comunicazione del Comandante in Capo delle Truppe Tedesche in Italia; si assicurano premi in denaro e in sale a chiunque denunci la presenza di armi o depositi e a chi segnali le forze ribelli.
Scopri di piúTutti i materiali messi a disposizione dalle industrie bustocche dovevano necessariamente essere nascosti per poi essere distribuiti tra i vari gruppi partigiani. Ciò avvenne anche grazie alla grande collaborazione di molti sacerdoti cattolici. Dagli scritti di Mario Pigatto: “nel mese di gennaio a Busto Arsizio si presentò il problema di reperire una base sicura per depositare il materiale di rifornimento da immagazzinare in città, perché potesse poi essere distribuito secondo le necessità parte alle formazioni del piano e parte a quelli della montagna. La drogheria Vignati e Allavelli, punto di riferimento privilegiato per i contatti tra i comandanti delle bande, nonché il centro di confezionamento dei pacchi viveri e di altri generi, come vestiario, equipaggiamento vario e armi, era insufficiente. Durante i 20 mesi resistenziali i luoghi più usati al magazzinamento oltre alla drogheria di via Silvio Pellico, furono la casa di Sandrin in via Salvator Rosa, la casa di Cesare Carnaghi a Sacconago, la canonica di Don Angelo Grossi a Solbiate Olona presso l’oratorio, l’altra canonica di Don Carlo Pozzi presso l’oratorio di Castegnate e i sotterranei del seminario arcivescovile di Venegono Inferiore; un altro deposito fu ricavato nei sotterranei della chiesa di Sant’Edoardo a Busto Arsizio, sotto la protezione e sorveglianza di Don Ambrogio Gianotti”. NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Pistole e fondina utilizzate dai partigiani durante la Resistenza.
Scopri di piúDagli scritti di Mario Pigatto: “Le staffette, ragazze preziose per la resistenza. La Rachele teneva contatti con le persone che nel movimento partigiano svolgevano attività politica tra Gallarate, Busto Arsizio e Milano.la bionda di Sacconago aveva il particolare compito insieme ad altre staffette cicliste di organizzare la diffusione della stampa clandestina a Milano. La 17, Antonietta Chiovini di 17 anni, e la Franca trasportavano di tutto: i documenti viveri e moltissime armi leggere. La Franca era stata parecchi mesi in montagna con la divisione Val d’Ossola. La Elisa già anziana collegava Busto Arsizio alle formazioni di montagna, così faceva la Giannina Pellegatta. La Vincenzina, figlia di Luigi Locarno partigiano combattente, di 17 anni, mai stanca, compì missioni a ripetizione collegando Busto Arsizio alla montagna e accompagnando anche partigiani in zona di operazione. Rimase in servizio dal 1943 alla liberazione”
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Fucile utilizzato dal partigiano Carlo Monoli negli anni della Resistenza.
Scopri di piúMario Pigatto a tal proposito scrive: “L’ufficio falsi non era altro che un semplice sacchetto sporco di colla e di inchiostro con dentro timbri di metallo e di gomma, boccette di inchiostro, tamponi, colla, puzzoni, forbici, chiodi d’alluminio, un torchio massiccio ed angoloso, poi documenti in bianco di ogni genere, carte d’identità, bolli di segreterie comunali, certificati di impiego, licenze, fogli di viaggio, scontrini rosa, lascia passare, esoneri, tesserini militari, documenti repubblichini, tedeschi, bilingui; una babele dove riuscivano a pescare giusto solo due o tre iniziati. E in una scatoletta infine un mucchietto di fotografie formato tessera che aspettavano turno di essere incollate e bollate a secco su qualche documento, per trasformarsi poi innocenti preti di campagna, viaggiatori di commercio, manovali, ufficiali della GN R, studenti, invalidi e simili. E la sede? Da un lussuoso appartamento ad un oratorio, da un ospizio di carità ad una torre cadente, da un sotto palco di teatro ad una baracca di campagna. E i timbri? Veri gioielli imitati alla perfezione. Esce un documento nuovo c’è da impazzire ad imitarlo, aquile tedesche, fasci repubblichini, distretti, uffici del lavoro. Oltre a procurare i documenti nuovi, trovare il metallo occorrente (acciaio, alluminio bronzo, leghe speciali) bisogna poi correre dal bravo Attila… Partigiano, provetto incisore e cesellatore. Caro ufficio falsi, quanta gente hai salvato”. NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Timbri utilizzati dai partigiani per falsificare documenti.
Scopri di piúA proposito del torchietto presente in foto, Alfonso Armiraglio racconta: “fin dei primi tempi dei rapporti con Vignati e fin dalle prime formazioni dei gruppi ritenemmo necessario rifornire i nostri uomini (sbandati e ricercati dalla RSI) di documenti perché potessero circolare.lavorando alla Ercole Comerio ho potuto procurare dei materiali per comporre timbri falsi, specialmente del Comune di busto e del comando di villa Calcaterra. Facevo lavorare il materiale in ditta senza che si venisse a sapere il vero uso che se ne sarebbe fatto; lo consegnavo poi ad Attilio rivolta, un amico incisore che si prestava al compito e infine il tutto perveniva a Vignati. Ho procurato anche un Torchietto (serviva per i timbri a secco da apporre sulle carte d’identità), portandolo fuori dalla mia ditta con un certo rischio, perché non era smontabile ed era difficile uscire dal luogo di lavoro portando pacchi di una certa dimensione e peso”. NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Torchio utilizzato dalle brigate partigiane per predisporre i timbri utili per la falsificazione di documenti e cintura in cuoio appartenente ad un soldato della colonna Stamm.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 4 gennaio 1944TIPOLOGIA REPERTO Copia di volantinoDESCRIZIONE REPERTO Volantino minatorio rivolto dalle forze nazifasciste ai partigiani durante la Resistenza: comunica l’immediata fucilazione per chiunque sia trovato in armi senza regolare autorizzazione.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 4 gennaio 1944TIPOLOGIA REPERTO Copia di volantinoDESCRIZIONE REPERTO Volantino minatorio rivolto dalle forze nazifasciste ai partigiani durante la Resistenza: comunica l’immediata fucilazione per chiunque sia trovato in armi senza regolare autorizzazione.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943TIPOLOGIA REPERTO Copia di avvisoDESCRIZIONE REPERTO Comunicazione del Comandante in Capo delle Truppe Tedesche in Italia relativa alla confisca di tutte le armi date in dotazione ai soldati dell’Esercito Italiano.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Proiettili utilizzati dai partigiani negli anni della Resistenza. Nel frattempo i partigiani attivi a Busto Arsizio continuano a mettere in atto azioni di disarmo, operazioni di disturbo e rappresaglie. Così Mario Pigatto racconta nel i suoi scritti: Ottobre 1943 “A casa di Luciano Vignati otto partigiani decidono un raid notturno al campo d’aviazione di Lonate Pozzolo, riescono a togliere da alcuni bombardieri le mitragliatrici 12,7 e le portano a casa di “Sandrin” Sandrino Colombo, capo partigiano di Busto Arsizio”. Marzo 1944. Il partigiano Luigi Millefanti in una riunione fatta a casa di Claudio decide di danneggiare la cabina Enel di viale Sicilia. I partigiani vi riescono distruggendo un trasformatore. Aprile 1944 Viene fatta la stessa operazione alla cabina Enel di via General Espinasse con lo stesso risultato. Rimane bloccato lo stabilimento Comerio che costruiva materiale bellico.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Proiettile recante la scritta “26.04.1945 Cuggiono”.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Tesserino di riconoscimentoDESCRIZIONE REPERTO Tesserino di riconoscimento del partigiano Mirelli Corinto.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Telefono da campo utilizzato dal SIMNI durante la Resistenza con indicazioni d’utilizzo.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Cappello delle Aquile randagie, anni della Resistenza. A Busto Arsizio, nonostante lo scioglimento dei gruppi scout su direttiva del regime fascista, alcuni ragazzi proseguirono comunque questa attività nella clandestinità permettendo a molte persone ricercate di espatriare in Svizzera.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Spilla del Comitato di Liberazione Nazionale, Divisione Val D’Ossola.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Bomba a mano utilizzata negli anni della Resistenza.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Bisaccia di un soldato tedesco della colonna Stamm.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 29 aprile 1945TIPOLOGIA REPERTO Documento d’archivioDESCRIZIONE REPERTO Comunicato del Comando Militare di Piazza di Busto Arsizio relativo al coprifuoco.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 10 Settembre 1944TIPOLOGIA REPERTO Documento d’archivioDESCRIZIONE REPERTO Volantino diffuso dal CLN, Comando Militare dell’Ossola, per esaltare i successi della lotta partigiana e la conseguente liberazione dell’Italia.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 4 maggio 1945TIPOLOGIA REPERTO Documento d’archivioDESCRIZIONE REPERTO Comunicazione erogazione assegni assistenziali per militari e relative famiglie da parte del CLN.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 9 maggio 1945TIPOLOGIA REPERTO Documento d’archivioDESCRIZIONE REPERTO Comunicazione per visita Generale Cadorna.
Scopri di piúFONTE Archivio “L’Informazione” DATA REPERTO 1945 TIPOLOGIA REPERTO Fotografia DESCRIZIONE Rasatura di una collaboratrice nazifascista a Busto Arsizio, dopo la Liberazione.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1945TIPOLOGIA REPERTO Documento d’archivioDESCRIZIONE REPERTO Messaggio del Generale Clark ai patrioti italiani per complimentarsi del loro valore e del loro coraggi, dimostrati nel corso della lotta partigiana.
Scopri di piúNOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO Giugno 1945TIPOLOGIA REPERTO Documento d’archivioDESCRIZIONE REPERTO Messaggio del Generale Cadorna che annuncia lo scioglimento del Corpo Volontari della Libertà dopo gli anni di lotta per la liberazione dell’Italia.
Scopri di piúConsulta l’album fotografico contenente le fotografie disponibili presso la sede dell’Associazione Alfredo Di Dio:
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