Radio d’epoca
NOME PROPRIETARIO Christian SolivardiDATA REPERTO 1930 circaTIPOLOGIA REPERTO Oggetto di collezione privataDESCRIZIONE REPERTO Il reperto in questione è una radio risalente agli anni ’30 e appartenente alla famiglia del nostro studente Christian Solivardi. Reperto curato dal prof. Tomas Cipriani
Il caporal maggiore Giovanni Ferrarini
NOME PROPRIETARIO Martina FerrariniDATA REPERTO 1937TIPOLOGIA REPERTO Foto da archivio privatoDESCRIZIONE REPERTO La foto ritrae il caporal maggiore Giovanni Ferrarini, all’età di 20 anni, al distaccamento di alpini di Brunico. Ferrarini osserva le reclute che deve addestrare. Reperto curato dal prof. Tomas Cipriani
Il caporale e le reclute
NOME PROPRIETARIO Martina FerrariniDATA REPERTO 1937TIPOLOGIA REPERTO Foto di collezione privataDESCRIZIONE REPERTO Caporal maggiore Giovanni Ferrarini ritratto con le sue reclute in posizione di attenti – presenta arm. Reperto curato dal prof. Tomas Cipriani
Cappello alpino
NOME PROPRIETARIO Martina FerrariniDATA REPERTO 1937TIPOLOGIA REPERTO Oggetto appartenente a collezione privataDESCRIZIONE REPERTO Cappello del caporal maggiore Giovanni Ferrarini, del sesto gruppo di alpini di Brunico e il motto “dura per durare”. Reperto curato dal prof. Tomas Cipriani
Quadro in rilievo
NOME PROPRIETARIO Alberto GambarottoDATA REPERTO 1935TIPOLOGIA REPERTO Oggetto appartenente a collezione privataDESCRIZIONE REPERTO Il quadro, realizzato in legno e ceramica, risale al 1935 e appartiene alla famiglia del nostro studente Alberto Gambarotto. Reperto curato dal prof. Tomas Cipriani
Crocifisso
NOME PROPRIETARIO Alberto GambarottoDATA REPERTO 1940TIPOLOGIA REPERTO Oggetto appartenente a collezione privataDESCRIZIONE REPERTO Il crocifisso, risalente al 1940 circa, è realizzato in legno e appartiene alla famiglia del nostro studente Alberto Gambarotto. Reperto curato dal prof. Tomas Cipriani
Lucertola di metallo
NOME PROPRIETARIO Alyssa CaseriniDATA REPERTO 1930TIPOLOGIA REPERTO Oggetto di collezione privataDESCRIZIONE REPERTO Regalo di nozze ricevuto dalla bisnonna della nostra studentessa Alyssa Caserini. Il materiale utilizzato per l’opera è il ferro, certamente fuso in uno stampo artigianale, in una delle tante botteghe dell’epoca.Questo tipo di regalo era considerato di grande valore, di buon auspicio per la durata del matrimonio considerandolo “inossidabile” come il materiale. Reperto curato dal prof. Tomas Cipriani
Riproduzione parrocchia di Turate
NOME PROPRIETARIO Alessandro RoncalliDATA REPERTO 1931-35TIPOLOGIA REPERTO Oggetto appartenente a collezione privataDESCRIZIONE REPERTO Riproduzione parrocchia di turate, periodo 1930, eseguita a mano dal trisnonno del nostro studente Alessandro Roncalli. L’oggetto è fatto in legno e le dimensioni sono: H 130cm x L 90 cm. Reperto curato dal prof. Tomas Cipriani
Il secondo libro del fascista
Il Secondo libro del fascista fu pubblicato nel 1939 per la prima volta e al suo interno possiamo notare come l’argomento principale sia la razza, volendo instillare negli studenti questa visione della realtà. Vedendo come è strutturato il testo e cosa sostiene, è evidente come l’opera di propaganda fascista volesse plasmare la mentalità e i comportamenti degli italiani in chiave razzista e antisemita. Il libro comincia affermando che la specie umana è unica ma che in essa si distinguono le razze. Per definire cosa sia una razza, il testo sostiene che la razza è un gruppo umano i cui individui hanno dei caratteri simili, come per esempio il colore della pelle, le attitudini, la forma del cranio ecc. Data questa definizione, si dice che in Italia erano presenti stirpi di razza bianca, chiamate razze ariane, che discendevano da famiglie etniche molto nobili e apparivano legate nello sviluppo storico della civiltà, sostenendo che fosse documentato come nella storia i popoli di maggior civiltà fossero stati quelli appartenenti a tale razza, compresa la civiltà attuale. Dopo aver esaltato la razza ariana, il libro afferma che ci siano situazioni di pericolo o di decadenza e, pertanto, essa deve essere difesa sia in senso fisico che in senso spirituale, così da conservare la sua purezza e la sua capacità di dominio e ascesa. A tal riguardo, viene propagandato che il fascismo volesse portare l’unità italiana al suo massimo grado di efficienza e questo poteva avvenire soltanto rafforzando e purificando la razza. Viene messo in evidenza, in seguito, il pensiero razzista di Mussolini fin dagli albori del fascismo. Parlando, poi, di razze non ariane, il libro si concentra sugli ebrei, affermando sono presenti in tutto il mondo. Gli ebrei vengono chiamati semiti, si dice, perché sono una delle stirpi discendenti da Sem, che è il figlio di Noè. Le loro caratteristiche fisiche, si sostiene, li renderebbero distinguibili dalle altre persone. Sempre nel testo, vengono ricordate le leggi razziali, pubblicate nel 1938, che avrebbero avuto come obiettivo quello di preservare la razza italiana e, inoltre, contrastare il presunto complotto internazionale ordito dalla comunità ebraica ai danni dello stato fascista. È evidente, pertanto, come la propaganda razzista e antisemita sia stata uno dei punti cardine in quella che, nell’ottica di Mussolini, doveva essere la creazione di un nuovo tipo italiano. scritto da Veronica Basilico curato dal prof. Tomas Cipriani
Corriere dei Piccoli – Etiopia
NOME ARCHIVISTA Matteo FerrariDATA REPERTO 1935TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di una pagina del Corriere dei PiccoliDESCRIZIONE REPERTOIl reperto è una pagina del Corriere dei Piccoli pubblicato nel 1935 e che racconta una storia in cui due bambini italiani riescono a sconfiggere alcuni soldati etiopi. Il fumetto aveva il chiaro intento di propagandare l’ideologia fascista e razzista. curato dal prof. Tomas Cipriani