Bracciale degli anni ’40
NOME PROPRIETARIO Canella GiuliaDATA REPERTO fine anni ’40TIPOLOGIA REPERTO Bracciale rigido in oro con ciondolo con segno zodiacale dell’acquario in oroDESCRIZIONE REPERTOLe parole della studentessa: “Questo bracciale apparteneva a mia bisnonna e non se ne separava mai. Esso era accompagnato da altri 6 braccialetti simili in oro, ed erano stati regalati a lei da parte di mio bisnonno, quando si trovavano in Tunisia, a simboleggiare la loro famiglia composta da loro due insieme ai 5 figli. Dopo la morte di mia bisnonna questi altri bracciali sono stati dati a mia nonna e lei in questi ultimi anni ha deciso di regalarli 3 a mia madre, 3 a mia zia e uno a me.” curato dal prof. Tomas Cipriani
Orologio degli anni ’20
NOME PROPRIETARIO Canella Giulia (in particolare la nonna paterna, bisnonna Clara)DATA REPERTO 1921 ca.TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivio privato.DESCRIZIONE REPERTOLe parole della studentessa: “Era l’orologio d’oro che apparteneva alla mia bisnonna Clara e non so se fosse stato un acquisto oppure un regalo perché purtroppo non ho avuto la possibilità di conoscerla, ma ne sono venuta in possesso perché mi è stato regalato da mio nonno per il mio 18esimo compleanno.” curato dal prof. Tomas Cipriani
Anello
NOME PROPRIETARIO Canella Giulia (in particolare al nonno paterno)DATA REPERTO 1943TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivio privato.DESCRIZIONE REPERTO Dalle parole della studentessa: “Anello d’argento dell’aviazione americana, il quale fu modificato e reinciso da un fabbro italiano nel campo di prigionieri di guerra in Indiana (Stati Uniti d’America). Sull’anello si può infatti leggere “Prigionieri di guerra italiani Natale 1943 Camp Atterbury. L’anello appartiene al mio bisnonno Augusto, egli fu un bersagliere e combatté nella seconda guerra mondiale in particolare durante la battaglia di El Alamein (23 ottobre-11novembre 1942), battaglia molto importante per la storia italiana nella quale l’esercito italiano si sacrificò per coprire la ritirata degli AfrikaKorps, truppe tedesche stanziate in Africa. Questa battaglia determinò una sconfitta italiana per minoranza numerica e mancanza di rifornimenti ma l’esercito italiano combatté fino alla fine. A seguito di questa battaglia molti soldati italiani furono presi come prigionieri di guerra, tra cui appunto il bisnonno Augusto che fu stato deportato come prigioniero di guerra negli Stati Uniti d’America in Camp Atterbury nell’Indiana. I prigionieri di guerra venivano principalmente utilizzati come forza lavoro, e godendo i soldati italiani di una migliore reputazione rispetto ai soldati tedeschi, a loro venivano dati dei permessi per poter lavorare all’interno o nei pressi del campo.Questo anello, il quale fu probabilmente comprato o regalato a mio bisnonno, è la testimonianza e l’unico ricordo che rimase di tutti questi anni di guerra e di prigionia. Personalmente non ho avuto la fortuna di incontrare mio bisnonno e l’anello è giunto a noi tramite mio nonno.” curato dal prof. Tomas Cipriani