Giacomo Morelli
NOME PROPRIETARIO Mattia MorelliDATA REPERTO 1916TIPOLOGIA REPERTO Foto di archivio privatoDESCRIZIONE REPERTOLa foto ritrae Giacomo Morelli, bisnonno dello studente Mattia Morelli, che è stato arruolato durante la Prima guerra mondiale nel 1916, dove perse le dita della mano sinistra. curato dal prof. Tomas Cipriani
Giannino Morelli
NOME PROPRIETARIO Mattia MorelliDATA REPERTO 4 Ottobre 1934TIPOLOGIA REPERTO Foto da archivio privatoDESCRIZIONE REPERTOLa foto ritrae il nonno dello studente Mattia Morelli durante l’occasione della visita di Benito Mussolini a Legnano, nel 1934. Dai ricordi del nostro studente: “Mio nonno si chiamava Giannino, era nato nel 1925. Lui non fu mai arruolato, anche se già a 14 anni si veniva chiamati alle armi, perché era figlio unico e orfano di padre. Lui ci ha raccontato che tutto sommato a Legnano i primi anni di guerra si viveva abbastanza bene, in città c’erano molte fabbriche, (Franco Tosi, Cotonificio Cantoni, molte fonderie ecc.) e gli abitanti avevano in gran parte un impiego. I problemi cominciarono nel ’42, con la mancanza di carbone e di legna per scaldare le case, poi si passò al razionamento degli alimenti. Durante i primi mesi dell’anno si riusciva ancora a comprare al mercato nero oppure si scambiavano gli alimenti con altri generi, ma con l’arrivo dei tedeschi le cose peggiorarono: avevano messo alcune basi militari in zona, presero la caserma ed altri edifici divennero di loro proprietà. Legano fu bombardata una sola volta, nella notte tra il 12/13 agosto ’43, le bombe furono sganciate nelle zone dell’Olmina e Legnanello, dove abitava mio nonno. In quel bombardamento ci furono una trentina di morti e molti feriti. Dopo quella volta non ce ne furono più ma le sirene antiaeree suonavano spesso. In seguito a quell’episodio, però, la vita in città era diventata molto pesante perché i tedeschi, dopo la firma dell’armistizio da parte di Badoglio, cominciarono ad occupare le fabbriche dove gli operai facevano scioperi e fecero tanti prigionieri, alcuni furono uccisi e altri vennero deportati. Da quel momento anche andare in giro per il paese era diventato pericoloso, se si incontravano i tedeschi si era costretti a salutarli altrimenti si rischiava di essere punti. Mio nonno raccontava anche che un giorno, in inverno, era fuori con dei suoi amici e si sentì arrivare i militari che sparavano e loro per non farsi prendere si buttano in mezzo alla neve facendo finta di essere morti, e rimasero così per un paio d’ore. Legnano fu liberata alla fine di aprile, dopo che partigiani e soldati italiani assalirono i soldati tedeschi. Ci furono molte sparatorie e morirono ancora tanti legnanesi. Finalmente dopo qualche giorno si ricominciò a vedere Legnano in festa.Per questo Legnano fu insignita della “MEDAGLIA DI BRONZO AL VALOR MILITARE”.” curato dal prof. Tomas Cipriani