DI CRISTINA PIETRO
Pietro Di Cristina nasce e vive nella Palermo degli anni ’20 come un ragazzo qualunque, ma allo scoppio della guerra non ha esitazioni e aderisce al movimento dei partigiani per la liberazione dell’Italia dal potere nazi-fascista. La sua è una storia particolare, poiché si mette a disposizione per il movimento completamente dall’altro capo della penisola, più specificatamente nella valle Strona, in Piemonte, dove con la divisione Valtoce, sotto il comando di Alfredo Di Dio, riesce ad impossessarsi della zona cacciando il nemico. Questo suo tratto fa capire come molti uomini e donne italiani sono molto legati non solo al loro luogo d’origine, ma vogliono difendere con le proprie azioni anche parti di realtà molto lontane dalle loro, con l’unico scopo di difendere la propria patria. Azioni, quelle di Pietro Di Cristina, che vengono premiate con innumerevoli attestati e onorificenze, sottolineando l’impegno, l’anima, il cuore e la determinazione nel seguire e nel fare la cosa giusta. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’associazione Alfredo Di Dio:
DELLA BIANCA GIUSEPPINA
Giuseppina Della Bianca è stata la proprietaria di un negozio di abbigliamento, dietro la basilica di San Giovanni a Busto Arsizio, che era diventato, durante la resistenza, un punto di riferimento degli informatori, delle staffette e di tutti quei giovani che volevano raggiungere le “bande” partigiane. Dietro agli scaffali teneva nascosti fucili, pistole e mitragliette depositati dai partigiani della Raimondi, brigata azzurra comandata da suo figlio maggiore, Emanuele Consonni, soprannominato Lele. Giuseppina opera anche come staffetta, tenendo costanti contatti con le formazioni azzurre operanti a Busto, Milano, sul Mottarone, nel Verbano e nell’Ossola. Per il suo patriottismo e la sua attività resistenziale, Giuseppina Della Bianca, nel 1984, è stata nominata Cavaliere della Repubblica. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
DEL PONTE FAUSTO
Del Ponte Fausto nasce a Piave Vergonte nel 1924. Per motivi familiari si trasferisce, in età adolescenziale, in India. Nel 1936 rientra in Patria. Nel novembre del 1943 riceve una cartolina rosa della R.S.I (Repubblica Sociale Italiana) ma non si presenta e nel luglio dell’anno successivo entra nella formazione partigiana “Valtoce” guidata da Alfredo Di Dio, conosciuto come Marco e fa parte della compagnia del “Cap. Ugo”. A questo valoroso partigiano è stata riconosciuta la medaglia d’argento al valor militare per la segnalazione all’entusiasta adesione alla causa e il suo estremo coraggio dimostrato più volte in combattimento. Si era distinto nello scontro di Migiandone sostenuto con pochi compagni in difesa, contro preponderanti nemici. In questo combattimento si ferì gravemente alla gamba destra, in condizioni ormai disperate scriveva con il sangue su una roccia “W l’Italia”. Dopo le giuste cure presso il Kreisspital (ospedale) di Briga, in Svizzera e successivamente ricoverato all’ospedale Putti di Bologna, Fausto continuò a combattere con fierezza. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
DE SIMONI GIULIO ORAZIO
De Simoni Giulio Orazio è stato uno studente universitario originario di Milano che, a soli 19 anni, ha scelto di unirsi alle brigate partigiane attive nell’Alto Novarese. Viene tuttavia catturato dai militari della G.N.R. sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele, i quali, dopo averlo vanamente interrogato, lo scaricano a bordo strada e lo uccidono, sottraendogli i beni che avrebbe dovuto donare alla Formazione partigiana. Negli anni successivi, a seguito di numerosi processi, emerge che i militari avrebbero ricevuto denaro per commettere l’omicidio, e vengono quindi condannati per i reati commessi dalla Corte di Assise di Novara. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
DE BORTOLI ANTONIO
Antonio De Bortoli, soprannominato “Il Barba” per la sua folta barba, è un patriota cattolico molto noto a Varese. Nasce nel Veneto, ma da giovane si trasferisce a Varese; lì lavora prima come riparatore di sedie, poi come restauratore di mobili e infine apre un mobilificio. Contrario alla dittatura, durante il periodo della Resistenza lotta con coraggio contro i nazifascisti, responsabili anche della morte di quattro membri della sua famiglia. Di quel periodo egli ha lasciato un diario che è stato pubblicato, che racconta i fatti avvenuti dal luglio del 1943 quando sembra che la seconda guerra mondiale sia finita, ma con grande delusione di tutti il presidente del governo Badoglio comunica che l’Italia non si ritirerà dal conflitto. Il Barba inizia così il suo grande impegno di patriota: aiuta dei prigionieri inglesi a passare il confine italo-svizzero, raccoglie armi e munizioni e le mette a disposizione dei partigiani nella zona di Varese. Entra a far parte del Comitato militare di Varese e nel suo impegno durante la Resistenza coinvolge anche commercianti, industriali e sacerdoti. Nell’ottobre del 1943 viene arrestato dai nazifascisti e dopo lunghi interrogatori imprigionato prima a Como e poi a Milano nel carcere di San Vittore; superato il periodo più duro, qui riceve l’incarico di distribuire pacchi ai detenuti e questo gli permette di aiutarli trasmettendo i messaggi che loro gli affidano e diffondendo le notizie che filtrano dall’esterno. Nel carcere De Bortoli viene più volte torturato e chiuso nella cella di rigore, ma mai si piega a rivelare le informazioni segrete che gli vengono richieste. In quei terribili momenti la Fede è l’unico suo aiuto. Un giorno con altri prigionieri viene trasferito nel campo dì concentramento di Fossoli in provincia di Modena, dove assiste all’uccisione di settanta partigiani e successivamente viene destinato a un campo di lavoro in Germania, ma durante il viaggio riesce a fuggire e a rientrare in Lombardia. Unitosi ai partigiani dell’Ossola, continua la sua lotta contro i nazifascisti e infine si rifugia in Svizzera per poi fare ritorno in Italia a giugno del 1945. Alcune persone che lo hanno conosciuto nelle loro testimonianze scritte parlano di De Bortoli come un uomo che deve essere ammirato per il suo coraggio, per l’altruismo dimostrato con i suoi compagni di prigionia e per essere stato esempio di pazienza cristiana anche nelle situazioni più difficili. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
DE BERNARDI ANGELINO
Angelino De Bernardi, nato a Busto Arsizio il 2 marzo 1926, ha partecipato alla Resistenza nella 102^ Brigata SAP dal luglio del ’44 al 25 aprile del ’45. Il Ministero dell’Assistenza post bellica gli ha riconosciuto nel ’47 la qualifica di patriota. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
COSTANZIA GIUSEPPE
Nato e vissuto a Torino, Giuseppe Costanza di Castigliole è un sottotenente dell’Accademia militare ed è anche il fondatore della brigata partigiana che porta il suo stesso nome, attiva in Valle Olona. Nell’anno 1944 tiene contatti con il Novarese, coordina azioni di sabotaggio nei confronti delle truppe tedesche, partecipa alla produzione di documenti falsi per i partigiani e rifornisce armi per chi organizza la resistenza sui monti. Incarcerato a Novare e poi liberato, si unisce alla brigata Albergian in Val Chisone, nella provincia di Cuneo. Il 24/11/1944 viene gravemente ferito e poco dopo a causa di una cancrena alla gamba muore. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
COLOMBO ALESSANDRO
Alessandro Colombo, nome di battaglia “Sandren”, nasce a Busto Arsizio da una modesta famiglia di operai-agricoltori e cresce all’oratorio S. Filippo; presta servizio militare e si sposa poi con Pierina Gallazzi dalla quale ha avuto dei figli, uno dei quali, di nome Marco, è diventato sacerdote. Negli anni della resistenza diventa comandante di brigata e guida numerose azioni di guerra ed atti di sabotaggio di linee elettriche e telefoniche; ha più volte partecipato a disarmi di elementi della PAI e al recupero e trasporto di armi fino a dotare tutti i suoi uomini di moschetti, mitra e pistole. È stato coinvolto poi nelle azioni di disarmo del gruppo tedesco di Sacconago, di Magnago e del gruppo Faggioni di Castano Primo. Scompare all’età di 78 anni. All’interno dei documenti a lui riferiti presenti nell’archivio dell’Associazione “Alfredo Di Dio” troviamo un’interessante intervista relativa alla sua esperienza precedentemente al periodo bellico e agli anni vissuti combattendo per la resistenza. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
COLLEONI AURELIO
Nato nel 1910, figlio di Emilio Colleoni, appartenente al Raggruppamento Divisioni Patrioti Cisalpino con il grado militare di Capitano di Artig.di C.A., è stato un partigiano e nello specifico il comandante della Brigata “TREVIGLIO”. Risulta attivo dall’ottobre del 1943. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
CHIERICHETTI UGO
Ugo Chierichetti nasce nella città di Busto Arsizio il 21 novembre del 1918, appena dopo la fine del primo conflitto mondiale; è una figura di grande importanza durante la Seconda Guerra Mondiale poiché attivo nelle file dei partigiani del nord Italia. Infatti, dopo il cambio di schieramento a favore degli Alleati, inizia la sua attività clandestina per combattere e scacciare i nazifascisti dai territori delle Prealpi. Entra a far parte dell’organizzazione SIMNI, ossia del Servizio Informazioni Militari Nord Italia, e viene incaricato di un importante ruolo strategico con l’utilizzo di apparecchi di informazioni come la radio e la ricetrasmittente. Le sue azioni, svolte nonostante una certa pericolosità e con molti rischi dal punto di vista strategico, saranno riconosciute e notate dallo Stato Italiano che gli conferirà un diploma d’onore per aver combattuto per la libertà d’Italia. Nel 1993 il così soprannominato “fazzoletto azzurro” si spegne all’età di 75 anni. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio: