Fucile del partigiano Carlo Monoli

NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Fucile utilizzato dal partigiano Carlo Monoli negli anni della Resistenza.
Il ruolo delle staffette

Dagli scritti di Mario Pigatto: “Le staffette, ragazze preziose per la resistenza. La Rachele teneva contatti con le persone che nel movimento partigiano svolgevano attività politica tra Gallarate, Busto Arsizio e Milano.la bionda di Sacconago aveva il particolare compito insieme ad altre staffette cicliste di organizzare la diffusione della stampa clandestina a Milano. La 17, Antonietta Chiovini di 17 anni, e la Franca trasportavano di tutto: i documenti viveri e moltissime armi leggere. La Franca era stata parecchi mesi in montagna con la divisione Val d’Ossola. La Elisa già anziana collegava Busto Arsizio alle formazioni di montagna, così faceva la Giannina Pellegatta. La Vincenzina, figlia di Luigi Locarno partigiano combattente, di 17 anni, mai stanca, compì missioni a ripetizione collegando Busto Arsizio alla montagna e accompagnando anche partigiani in zona di operazione. Rimase in servizio dal 1943 alla liberazione”
Documento n.332
NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivioDESCRIZIONE REPERTO Ritratto del partigiano Ezio Crespi, nome di battaglia “Cinella”, negli anni della Resistenza.
Documento n.331
NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivioDESCRIZIONE REPERTO Ritratto del partigiano Pietro Di Cristina negli anni della Resistenza.
Documento n.330
NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivioDESCRIZIONE REPERTO Ritratto del partigiano Fausto Del Ponte negli anni della Resistenza.
Documento n.329
NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivioDESCRIZIONE REPERTO Ritratto del tenente Armando Calzavara, nome di battaglia “Arca”, negli anni della Resistenza.
Documento n.328
NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivioDESCRIZIONE REPERTO Ritratto del giovanissimo partigiano Ugolino Barciocco negli anni della Resistenza.
Documento n.327
NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivioDESCRIZIONE REPERTO Ritratto del partigiano Alfonso Armiraglio negli anni della Resistenza partigiana.
Tessera riconoscimento partigiani.

NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Tesserino di riconoscimentoDESCRIZIONE REPERTO Tesserino di riconoscimento del partigiano Mirelli Corinto.
Documento n.165
NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Documento d’archivioDESCRIZIONE REPERTO Organigramma della Divisione Valtoce e della Divisione Alto Milanese. È nel maggio del ’44 che il movimento di liberazione raggiunge la sua massima efficienza. Dagli scritti di Mario Pigatto: Maggio 1944. Il movimento cattolico clandestino nell’Alto milanese raggiunge un livello organizzativo ragguardevole anche sul piano militare, era necessario unire queste formazioni sparse. L’iniziativa fu promossa dai capi delle bande facenti riferimento al centro di coordinamento bustese, portò alla nascita della Divisione alto milanese. Il nucleo originario della divisione era composto da tre brigate operanti nella città e nella periferia di Busto Arsizio: la brigata Dino Giani, con comandante Sandro Colombo, la brigata Bruno Raimondi e la brigata Lupi, con comandante Cesare Carnaghi detto “Rino”. Primo comandante della divisione Alto milanese fu il tenente colonnello Carlo Tosi, nome di battaglia Simone, poi sostituito dal capitano Adolfo Martelli. Luciano Vignati aveva il delicato compito di mantenere i contatti politici con il CLN di Busto Arsizio, Legnano, Gallarate e conformazioni di altra tendenza operanti nella zona, brigate d’assalto Garibaldi, inoltre responsabile con Don Ambrogio Gianotti e Don Angelo Volonté del servizio rifornimenti del piano e della montagna. Alle prime tre brigate si uniscono poi la brigata Carroccio (Legnano), la brigata Rizzato (Gallarate), la brigata Passerini (Varese), la brigata Berra (Tradate), la brigata Costanzi (Castellanza), la brigata Colombini (Magenta), la brigata Gasparotto (Inveruno), la brigata Greppi (Angera), la Trevigliese (Treviglio). Nell’aprile del ’45 la divisione Alto milanese contava circa 1533 uomini. Perdite accertate a tedeschi e fascisti: 18 tedeschi morti e tre tedeschi feriti; 23 fascisti morti e 17 fascisti feriti; 5822 prigionieri fra tedeschi e fascisti. Perdite subite dalla divisione Alto milanese: 55 morti, 89 feriti e 102 prigionieri. La 12ª divisione SAP Garibaldi comandata da Andrea Macchi di Busto Arsizio e come commissario di guerra Sandro Villa, bustese anche a lui, era composta da sette brigate: la 81ª brigata Luciano Zaro a Gallarate, la 102ª Maurizio Maciantelli a Busto Arsizio e Valle Olona, la 150ª Emilio Tommasetti a Gallarate e Cavaria, l’ 151ª Nino Locarno a Samarate, la 152ª a Cardano al campo di Gallarate, la 1° Lombardia “Montagna” a Busto, Gallarate e Valsesia, la 183ª a Saronno, Ceriano e Cislago. La 102° brigata di Busto Arsizio inoltre era in stretto collegamento con la 182ª brigata di Legnano quindi le zone di Gallarate, Busto, Legnano e Cassano Magnago erano sede di azioni congiunte con reciproco aiuto. La forza numerica era di 2369 partigiani combattenti.