MONSIGNOR GALIMBERTI
Galimberti nasce a Lazzate il 19 gennaio 1886; il 5 giugno 1909 viene consacrato sacerdote a Milano. Dopo anni di impegno in Azione Cattolica a Dugnano, nel maggio del ’42 diviene Prevosto di San Giovanni a Busto Arsizio. Galimberti si oppone alla dittatura fascista e diventa una figura molto importante per la costruzione del Comitato di liberazione cittadino. Partecipa dunque alla Resistenza, nasconde nella sua casa numerosi partigiani ricercati e ne favorisce l’espatrio in Svizzera . Durante i gironi dell’insurrezione, grazie alla sua autorità morale riesce ad ottenere la liberazione dei Partigiani ancora detenuti dai fascisti e ad impedire atti di violenza e giustizia sommaria. Viene nominato cittadino benemerito di Busto e muore il 18 dicembre 1966. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
GABOARDI CARLO
Carlo “Carlon” Gaboardi è nato a Castelnuovo Bocca d’Adda l’11 marzo 1920. Viene chiamato alle armi il 13 gennaio 1941 e inviato al 66^ Reggimento fanteria motorizzato. Dopo la prima fase degli eventi bellici si è dato sbandato dal 29 settembre del ’43. Nei due anni seguenti fa parte della formazione Partigiana 1^ Brigata Oltrepo-Divisione Valdarda con la qualifica di Comandante di distaccamento e successivamente di Comandante di Brigata. Organizza squadre patriottiche, salva dai campi di concentramento molti ufficiali francesi, inglesi, sovietici e polacchi, combatte contro le forze nazifasciste nella zona di Morfasso. Dopo la guerra partecipa alla vita pubblica con la costruzione di monumenti ai Caduti della Resistenza. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
FORMENTI ANTONIO
Antonio Formenti, nato a Busto Arsizio, di professione industriale, partecipa alla Resistenza dall’ottobre ’43 con incarichi civili e nella Divisione Valtoce con il nome di battaglia di Tonio. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
FANTONI LUIGI
Luigi Fantoni, nato a Busto Arsizio il 27 marzo 1903, di professione impiegato tessile, partecipa alla Resistenza dall’ottobre del ’43 al gennaio del ’45 con incarichi civili presso il Comando Generale del SIMNI. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
CRESPI EZIO “CINELLA”
Ezio Crespi non è un partigiano qualunque. In realtà, nessun partigiano è da considerarsi “qualunque”, ma la sua storia ha qualcosa che colpisce profondamente e che fa capire come le gesta nobili di un singolo individuo possano riecheggiare attraverso i decenni. Prima di entrare nella Resistenza, Ezio è un ragazzo come tanti altri: nasce in una famiglia piuttosto numerosa, dove la religione è messa al primo posto dalla madre, molto attiva su questo lato, che indirizza il figlio a frequentare l’oratorio e la chiesa della sua città natale, Busto Arsizio. Don Giovanni, il prete che lo vede crescere, è una figura molto importante all’interno della vita di Ezio, soprattutto per quanto riguarda la sua scelta di entrare a far parte della Resistenza: il prete cerca di dissuaderlo da questa decisione, molto pericolosa sia per lui che per la sua famiglia, ma le motivazioni di Ezio sono troppo forti e nel 1943 inizia la sua vita da partigiano. Vita che da questo momento si trasforma in una vera e propria sofferenza per l’ormai soprannominato “Cinella” (nomignolo di guerra datogli in ricordo di suo fratello maggiore scomparso), il quale combatte sulle montagne di Verbania nella brigata Cesare Battisti per liberare la zona dal dominio nazifascista. La guerra lo sconvolge profondamente, sia mentalmente che fisicamente, ma le sue motivazioni e i suoi ideali non vengono mai scalfiti e non esita a ritornare a combattere insieme ai suoi compagni. Ed è proprio combattendo che perde la propria vita, il 21 aprile del 1945, lottando per la liberazione della città di Intra, non cedendo di un minimo neanche quando viene gravemente ferito. Tutte le sue azioni e le sue imprese colpiscono profondamente gli animi dei suoi concittadini, che omaggiano Ezio con un toccante funerale e l’intitolazione di una scuola elementare proprio a lui. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
BELLOLI DON MARIO
Don Mario Belloli, classe 1897, parroco della Chiesa S. Michele di Busto Arsizio, dall’ottobre del 1943 risulta attivo nel RAGGRUPPAMENTO DIVISIONI PATRIOTI CISALPINO nel reparto operante di comando. Egli trascorre la sua vita tra i giovani, per i quali è stato un modello e un punto di riferimento; ha saputo affrontare con coraggio e determinazione il difficile periodo della Resistenza e della Liberazione. Non dimentica mai i suoi doveri di sacerdote e di cittadino in un momento storico in cui avverte chiaramente il peso delle responsabilità e la consapevolezza delle conseguenze che ogni decisione poteva avere per sé e per gli altri. Lo scambio epistolare tra il patriota benemerito don Mario Belloli e i soldati e detenuti presente nell’archivio dell’Associazione “Alfredo Di Dio” ci fa capire quanto importante fosse l’aiuto che egli offrì all’attività dei partigiani nel momento in cui i rastrellamenti dei nazifascisti erano diventati sempre più frequenti anche a causa delle denunce dei “repubblichini” nel luglio del 1944. Egli ha rischiato la sua vita senza farsi scrupoli, nonostante la sua attività fosse già da tempo nota alle autorità fasciste. Don Mario aveva organizzato il “covo di via Calatafimi”; lì lui abitava con la perpetua, signora Rosa, che rappresentava un prezioso aiuto per le sue attività di sostegno ai partigiani. In quel “covo” si era insediato anche “l’ufficio dei falsi” , dove venivano prodotte decine di documenti falsi che erano utilizzati dai partigiani per muoversi nelle città senza destare sospetti. Nulla riuscì a fermare la convinta opposizione di don Mario al fascismo, nemmeno quando il Segretario Politico Mazzeranghi lo minacciò apertamente nel giugno del 1944 e nemmeno quando i brigatisti neri imbrattarono i muri delle chiese scrivendo frasi offensive e minacciose contro il parroco partigiano. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
BOLGERI DON GIOVANNI
Don Giovanni Bolgeri, proveniente dall’Alto Lario, è stato a capo della parrocchia di Saltrio per oltre quarant’anni ed ha operato durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. È stato incarcerato per aver aiutato gli ebrei e alcuni giovani a nascondersi dai fascisti. Alleatosi con altri parroci dei paesi vicini, nel 1945 è stato protagonista nella trattativa di resa. Dopo la guerra il suo obiettivo è stato quello della ricostruzione nel bene della comunità. Consulta i documenti presenti nell’Archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
DI CRISTINA PIETRO
Pietro Di Cristina nasce e vive nella Palermo degli anni ’20 come un ragazzo qualunque, ma allo scoppio della guerra non ha esitazioni e aderisce al movimento dei partigiani per la liberazione dell’Italia dal potere nazi-fascista. La sua è una storia particolare, poiché si mette a disposizione per il movimento completamente dall’altro capo della penisola, più specificatamente nella valle Strona, in Piemonte, dove con la divisione Valtoce, sotto il comando di Alfredo Di Dio, riesce ad impossessarsi della zona cacciando il nemico. Questo suo tratto fa capire come molti uomini e donne italiani sono molto legati non solo al loro luogo d’origine, ma vogliono difendere con le proprie azioni anche parti di realtà molto lontane dalle loro, con l’unico scopo di difendere la propria patria. Azioni, quelle di Pietro Di Cristina, che vengono premiate con innumerevoli attestati e onorificenze, sottolineando l’impegno, l’anima, il cuore e la determinazione nel seguire e nel fare la cosa giusta. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’associazione Alfredo Di Dio:
DELLA BIANCA GIUSEPPINA
Giuseppina Della Bianca è stata la proprietaria di un negozio di abbigliamento, dietro la basilica di San Giovanni a Busto Arsizio, che era diventato, durante la resistenza, un punto di riferimento degli informatori, delle staffette e di tutti quei giovani che volevano raggiungere le “bande” partigiane. Dietro agli scaffali teneva nascosti fucili, pistole e mitragliette depositati dai partigiani della Raimondi, brigata azzurra comandata da suo figlio maggiore, Emanuele Consonni, soprannominato Lele. Giuseppina opera anche come staffetta, tenendo costanti contatti con le formazioni azzurre operanti a Busto, Milano, sul Mottarone, nel Verbano e nell’Ossola. Per il suo patriottismo e la sua attività resistenziale, Giuseppina Della Bianca, nel 1984, è stata nominata Cavaliere della Repubblica. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
DEL PONTE FAUSTO
Del Ponte Fausto nasce a Piave Vergonte nel 1924. Per motivi familiari si trasferisce, in età adolescenziale, in India. Nel 1936 rientra in Patria. Nel novembre del 1943 riceve una cartolina rosa della R.S.I (Repubblica Sociale Italiana) ma non si presenta e nel luglio dell’anno successivo entra nella formazione partigiana “Valtoce” guidata da Alfredo Di Dio, conosciuto come Marco e fa parte della compagnia del “Cap. Ugo”. A questo valoroso partigiano è stata riconosciuta la medaglia d’argento al valor militare per la segnalazione all’entusiasta adesione alla causa e il suo estremo coraggio dimostrato più volte in combattimento. Si era distinto nello scontro di Migiandone sostenuto con pochi compagni in difesa, contro preponderanti nemici. In questo combattimento si ferì gravemente alla gamba destra, in condizioni ormai disperate scriveva con il sangue su una roccia “W l’Italia”. Dopo le giuste cure presso il Kreisspital (ospedale) di Briga, in Svizzera e successivamente ricoverato all’ospedale Putti di Bologna, Fausto continuò a combattere con fierezza. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio: