DE SIMONI GIULIO ORAZIO
De Simoni Giulio Orazio è stato uno studente universitario originario di Milano che, a soli 19 anni, ha scelto di unirsi alle brigate partigiane attive nell’Alto Novarese. Viene tuttavia catturato dai militari della G.N.R. sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele, i quali, dopo averlo vanamente interrogato, lo scaricano a bordo strada e lo uccidono, sottraendogli i beni che avrebbe dovuto donare alla Formazione partigiana. Negli anni successivi, a seguito di numerosi processi, emerge che i militari avrebbero ricevuto denaro per commettere l’omicidio, e vengono quindi condannati per i reati commessi dalla Corte di Assise di Novara. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
DE BORTOLI ANTONIO
Antonio De Bortoli, soprannominato “Il Barba” per la sua folta barba, è un patriota cattolico molto noto a Varese. Nasce nel Veneto, ma da giovane si trasferisce a Varese; lì lavora prima come riparatore di sedie, poi come restauratore di mobili e infine apre un mobilificio. Contrario alla dittatura, durante il periodo della Resistenza lotta con coraggio contro i nazifascisti, responsabili anche della morte di quattro membri della sua famiglia. Di quel periodo egli ha lasciato un diario che è stato pubblicato, che racconta i fatti avvenuti dal luglio del 1943 quando sembra che la seconda guerra mondiale sia finita, ma con grande delusione di tutti il presidente del governo Badoglio comunica che l’Italia non si ritirerà dal conflitto. Il Barba inizia così il suo grande impegno di patriota: aiuta dei prigionieri inglesi a passare il confine italo-svizzero, raccoglie armi e munizioni e le mette a disposizione dei partigiani nella zona di Varese. Entra a far parte del Comitato militare di Varese e nel suo impegno durante la Resistenza coinvolge anche commercianti, industriali e sacerdoti. Nell’ottobre del 1943 viene arrestato dai nazifascisti e dopo lunghi interrogatori imprigionato prima a Como e poi a Milano nel carcere di San Vittore; superato il periodo più duro, qui riceve l’incarico di distribuire pacchi ai detenuti e questo gli permette di aiutarli trasmettendo i messaggi che loro gli affidano e diffondendo le notizie che filtrano dall’esterno. Nel carcere De Bortoli viene più volte torturato e chiuso nella cella di rigore, ma mai si piega a rivelare le informazioni segrete che gli vengono richieste. In quei terribili momenti la Fede è l’unico suo aiuto. Un giorno con altri prigionieri viene trasferito nel campo dì concentramento di Fossoli in provincia di Modena, dove assiste all’uccisione di settanta partigiani e successivamente viene destinato a un campo di lavoro in Germania, ma durante il viaggio riesce a fuggire e a rientrare in Lombardia. Unitosi ai partigiani dell’Ossola, continua la sua lotta contro i nazifascisti e infine si rifugia in Svizzera per poi fare ritorno in Italia a giugno del 1945. Alcune persone che lo hanno conosciuto nelle loro testimonianze scritte parlano di De Bortoli come un uomo che deve essere ammirato per il suo coraggio, per l’altruismo dimostrato con i suoi compagni di prigionia e per essere stato esempio di pazienza cristiana anche nelle situazioni più difficili. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
DE BERNARDI ANGELINO
Angelino De Bernardi, nato a Busto Arsizio il 2 marzo 1926, ha partecipato alla Resistenza nella 102^ Brigata SAP dal luglio del ’44 al 25 aprile del ’45. Il Ministero dell’Assistenza post bellica gli ha riconosciuto nel ’47 la qualifica di patriota. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
COSTANZIA GIUSEPPE
Nato e vissuto a Torino, Giuseppe Costanza di Castigliole è un sottotenente dell’Accademia militare ed è anche il fondatore della brigata partigiana che porta il suo stesso nome, attiva in Valle Olona. Nell’anno 1944 tiene contatti con il Novarese, coordina azioni di sabotaggio nei confronti delle truppe tedesche, partecipa alla produzione di documenti falsi per i partigiani e rifornisce armi per chi organizza la resistenza sui monti. Incarcerato a Novare e poi liberato, si unisce alla brigata Albergian in Val Chisone, nella provincia di Cuneo. Il 24/11/1944 viene gravemente ferito e poco dopo a causa di una cancrena alla gamba muore. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
COLOMBO ALESSANDRO
Alessandro Colombo, nome di battaglia “Sandren”, nasce a Busto Arsizio da una modesta famiglia di operai-agricoltori e cresce all’oratorio S. Filippo; presta servizio militare e si sposa poi con Pierina Gallazzi dalla quale ha avuto dei figli, uno dei quali, di nome Marco, è diventato sacerdote. Negli anni della resistenza diventa comandante di brigata e guida numerose azioni di guerra ed atti di sabotaggio di linee elettriche e telefoniche; ha più volte partecipato a disarmi di elementi della PAI e al recupero e trasporto di armi fino a dotare tutti i suoi uomini di moschetti, mitra e pistole. È stato coinvolto poi nelle azioni di disarmo del gruppo tedesco di Sacconago, di Magnago e del gruppo Faggioni di Castano Primo. Scompare all’età di 78 anni. All’interno dei documenti a lui riferiti presenti nell’archivio dell’Associazione “Alfredo Di Dio” troviamo un’interessante intervista relativa alla sua esperienza precedentemente al periodo bellico e agli anni vissuti combattendo per la resistenza. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
COLLEONI AURELIO
Nato nel 1910, figlio di Emilio Colleoni, appartenente al Raggruppamento Divisioni Patrioti Cisalpino con il grado militare di Capitano di Artig.di C.A., è stato un partigiano e nello specifico il comandante della Brigata “TREVIGLIO”. Risulta attivo dall’ottobre del 1943. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
CHIERICHETTI UGO
Ugo Chierichetti nasce nella città di Busto Arsizio il 21 novembre del 1918, appena dopo la fine del primo conflitto mondiale; è una figura di grande importanza durante la Seconda Guerra Mondiale poiché attivo nelle file dei partigiani del nord Italia. Infatti, dopo il cambio di schieramento a favore degli Alleati, inizia la sua attività clandestina per combattere e scacciare i nazifascisti dai territori delle Prealpi. Entra a far parte dell’organizzazione SIMNI, ossia del Servizio Informazioni Militari Nord Italia, e viene incaricato di un importante ruolo strategico con l’utilizzo di apparecchi di informazioni come la radio e la ricetrasmittente. Le sue azioni, svolte nonostante una certa pericolosità e con molti rischi dal punto di vista strategico, saranno riconosciute e notate dallo Stato Italiano che gli conferirà un diploma d’onore per aver combattuto per la libertà d’Italia. Nel 1993 il così soprannominato “fazzoletto azzurro” si spegne all’età di 75 anni. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
CHIAPPARELLI GIANNINA
Giovannina Chiapparelli, ricordata come Valeria dai compagni e amici dell’Associazione Partigiani, è stata una donna dalla vita semplice e ordinata, che ha combattuto per libertà e giustizia, per l’emancipazione popolare e per la democrazia. È stata una staffetta negli anni della resistenza, nonché organizzatrice di scioperi per il boicottaggio delle fabbriche che producevano componenti destinate alle armi o comunque all’industria bellica e propagandistica. Ha svolto un importante ruolo di responsabile dei gruppi per la difesa delle donne. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
CERIOTTI CARLUCCIO
Carluccio Ceriotti é stato un simbolo della Resistenza e soprattutto della città di Busto Arsizio dove ha esordito in seria A con la maglia della Pro Patria nel campionato 1947/48. Classe 1928, nel periodo della lotta partigiana è stato uno dei comandanti più giovani: a soli sedici anni era infatti a capo di una squadra che si occupava di sabotare le strutture fasciste. La storia di Ceriotti intreccia la lotta partigiana e lo sport: è stata proprio la frequentazione nel mondo calcistico a permettergli di ottenere informazioni sugli spostamenti dei fascisti in città. Ceriotti, con Ernani Ferrario e Paolo Servi, formava la “banda del Nero”, un gruppetto attivo nella lotta partigiana al punto da comportare, proprio per Ceriotti, la cattura. Un’impresa che ha caratterizzato la sua storia di partigiano è l’assalto e la conquista della stazione radio dell’Eiar di stra Cassano. Carluccio, con gli altri compagni, nel ‘45 conquistò la sede di Radio Busto e la presidiò. A guerra finita fece il suo debutto con la Pro Patria in casa del grande Torino il 21 marzo 1948. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo di Dio:
CEFIS EUGENIO
Pseudonimo “Generale Capri”. Attivo nella Brigata Raimondi, guida centocinquanta patrioti di Busto Arsizio in una spedizione a Milano con l’obiettivo di assediare uno stabile nei pressi di Piazzale Brescia dove erano stati imprigionati trecentocinquanta uomini delle SS. La missione si conclude con la resa dei tedeschi. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio: