BETTINI CESARE
Cesare Bettini, partigiano, tenente e presidente del Raggruppamento Divisione Patrioti “Alfredo di Dio”, nasce a Bellano di Como il 17 maggio del 1922. Egli consacra la sua vita all’Italia: in Valle Cannobia partecipa alla Resistenza Italiana durante la Seconda guerra mondiale. È un combattente valoroso, stimato e amato da tutti coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo. È inoltre uno dei protagonisti nella “battaglia di Megolo” e insieme ad Alfredo di Dio dà vita al “Gruppo patrioti Ossola”. Partecipa a numerose azioni per la liberazione. Costretto ad espatriare, riesce nell’aprile del ’45 a tornare come clandestino in Italia e a riprendere il suo posto nella divisione “Valtoce” fino all’insurrezione vittoriosa . Dopo la guerra ritorna alla sua Cassano dove si dà alla vita politica e amministrativa. Durante la guerra scrive molte lettere che vengono pubblicate da un amico in un libro intitolato “Memorie di un partigiano”. Muore il 29 ottobre 1994. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
BELLONI BIAGIO
Biagio Belloni, nato ad Inveruno il 25 luglio del 1915, è stato un partigiano della resistenza italiana. Ha ricoperto l’incarico di comandante nella brigata Gasparotti riportando, tra l’altro, una ferita da arma da fuoco alla spalla destra causatagli da uno scontro con i tedeschi ad Inveruno il 25 aprile del 1945. Attualmente non sono disponibili altre informazioni inerenti questo patriota. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
AZIMONTI PIERINO
Nato a Sacconago il 22 dicembre 1909 da una famiglia operaia; fin da giovane lavora come operaio nelle officine meccaniche della zona; unisce alla vocazione per l’impegno sindacale e per la lotta in difesa dei lavoratori l’interesse per Azione Cattolica. Dal 1943 partecipa alle riunioni clandestine dalle quali nasceranno le prime formazioni partigiane cattoliche. Nel 1944 assume ruoli direttivi all’interno delle formazioni partigiane cattoliche inquadrate nel Raggruppamento “Alfredo Di Dio”, come Comandante della Brigata “Raimondi”, operante a Busto Arsizio con il nome di battaglia di “Timonpier”. La Brigata svolge prevalentemente azioni di sabotaggio e disarmo dei miliziani fascisti, anche se non mancarono gli scontri armati. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
ARMIRAGLIO ALFONSO
Alfonso Armiraglio, nato il 9.06.1914 a Busto Arsizio (VA) , sposato e buon padre di famiglia, è un partigiano attivo nella Resistenza italiana negli anni successivi all’armistizio del ’43. Proprio a partire dal 1943 egli simpatizza per il Partito Democratico senza tuttavia tesserarsi mai. Tra l’ottobre e il novembre dello stesso anno, dopo un significativo incontro con l’esponente comunista Michele Riganti, inizia il suo impiego al Comitato di Liberazione Nazionale dei partigiani italiani, al fine di far cessare la guerra mettendo da parte ogni questione di ideale politico. In seguito al suo giuramento, si prende carico di sei uomini armati con venti moschetti per guidarli nei vari attacchi. Nel 1944 viene a contatto con un’altra importante figura comunista, Cesare Carnaghi, suo vecchio collega di lavoro presso la ditta Comerio. Prende parte a numerose spedizioni: ricordiamo in particolare quella del 1945 nelle boscaglie tra Fagnano Olona e Busto Arsizio dove vengono sequestrati tre maiali. Arrestato il 16 aprile 1945, interrogato e torturato dalla Brigata Nera (unità militare della Repubblica Sociale Italiana per combattere l’attività delle forze partigiane) non rivela ciò di cui è a conoscenza. Il patriota bustese sa rispondere in maniera impeccabile, estremamente precisa da non risultare bugiardo ma allo stesso tempo sufficientemente ambigua da non rischiare il carcere o la morte. La sera del 24 dello stesso mese la sua tattica funziona: ottiene la libertà assieme ad altri quattro dei suoi uomini, firmando un documento che riporta il suo impegno nel non riprendere attività contro la Repubblica Sociale Italiana. Interessante la lettura del verbale che permette di conoscere meglio la sua attività. Consulta i materiali presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
ALBENI DON GIUSEPPE
Giuseppe Albeni è nato il 10 novembre 1913 a Busto Arsizio. Ordinato sacerdote a Milano nel 1938, viene mandato a Cuggiono dove rimane diciassette anni con il compito di educare i giovani ai quali trasmette il dovere morale di opporsi alle ingiustizie della dittatura fascista. Incomincia la sua azione partigiana nel 1942, entra in contatto con diversi gruppi clandestini di estrazioni ideologiche differenti. All’interno dei locali degli oratori organizza gruppi giovanili clandestini. Durante la resistenza si è distinto per vari episodi nei quali ha dato prova del proprio coraggio. Protegge partigiani di alto spicco e molto ricercati dalle forze naziste, favorisce la nascita del nucleo partigiano di Pian Cavallone e il 7 aprile 1944 viene arrestato, ma poco dopo rilasciato. Salva sei partigiani della brigata “Gasparotto” condannati alla fucilazione e libera Albizzate dai nemici. Muore il 20 settembre 1961 dopo una lunga carriera religiosa. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
ABRAMI FRANCO
La storia di Franco Abrami rispecchia le virtù ed il coraggio che contraddistinguono i partigiani. Nel mese di marzo del 1944 assume il comando di un piccolo gruppo di Alpini a Vercelli e fin da subito si distingue per le sue qualità. Con loro fugge in Valsesia dove si unisce ai gruppi partigiani di Moscatelli. Insieme a Giulio Lavarini, Vincenzo Baroni ed altri costituisce un gruppo autonomo col motto “O morte o vittoria”, con il quale compie azioni di disarmo delle guardie preposte alla vigilanza delle linee ferroviarie. Tra le varie azioni militari si ricorda il disarmo di trenta carabinieri e sei uomini della Flak. Il gruppo Di Dio sulle montagne sopra Ornavasso viene da lui rifornito di armi, uomini e vestiario. Il 20 giugno 1944 parte con cinque compagni per disarmare la milizia fascista della stazione di Baveno: durante la spedizione contro i nazifascisti viene ucciso da un prigioniero, con una piccola pistola che questi era riuscito a nascondere. Consulta i documenti dell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:
Fucile del partigiano Carlo Monoli
NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Fucile utilizzato dal partigiano Carlo Monoli negli anni della Resistenza.
Il ruolo delle staffette
Dagli scritti di Mario Pigatto: “Le staffette, ragazze preziose per la resistenza. La Rachele teneva contatti con le persone che nel movimento partigiano svolgevano attività politica tra Gallarate, Busto Arsizio e Milano.la bionda di Sacconago aveva il particolare compito insieme ad altre staffette cicliste di organizzare la diffusione della stampa clandestina a Milano. La 17, Antonietta Chiovini di 17 anni, e la Franca trasportavano di tutto: i documenti viveri e moltissime armi leggere. La Franca era stata parecchi mesi in montagna con la divisione Val d’Ossola. La Elisa già anziana collegava Busto Arsizio alle formazioni di montagna, così faceva la Giannina Pellegatta. La Vincenzina, figlia di Luigi Locarno partigiano combattente, di 17 anni, mai stanca, compì missioni a ripetizione collegando Busto Arsizio alla montagna e accompagnando anche partigiani in zona di operazione. Rimase in servizio dal 1943 alla liberazione”
Documento n.332
NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivioDESCRIZIONE REPERTO Ritratto del partigiano Ezio Crespi, nome di battaglia “Cinella”, negli anni della Resistenza.
Documento n.331
NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivioDESCRIZIONE REPERTO Ritratto del partigiano Pietro Di Cristina negli anni della Resistenza.